
Esame di Stato, Valditara rilancia: ‘Torniamo a chiamarlo maturità’. Dall’anno prossimo si cambia?

A pochi giorni dal via all’Esame di Stato 2025, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, torna sul tema con dichiarazioni rilasciate a La Stampa, dopo un precedente intervento su Il Messaggero. Il nodo è il significato profondo della prova finale del secondo ciclo, che – secondo il titolare di Viale Trastevere – dovrebbe recuperare la propria funzione originaria: non solo verifica delle competenze disciplinari, ma momento simbolico di passaggio alla vita adulta.
Dall’Esame di Stato alla “maturità”
Il ministro propone un cambio di passo, a partire proprio dal nome. “Esame di Stato” – osserva – è un’espressione fredda e burocratica. Al contrario, parlare di “maturità” restituirebbe centralità alla crescita personale e alla formazione integrale dello studente, un concetto oggi più che mai necessario in una scuola che vuole coniugare istruzione ed educazione. Secondo Valditara, la valutazione finale dovrebbe tenere conto non solo del “sapere”, ma anche del “diventare”: quanto il percorso scolastico ha inciso sulla consapevolezza, l’autonomia e la capacità critica dei ragazzi? È questa, per il ministro, la vera sfida educativa, in una società in cui – denuncia – giovani e adulti sembrano talvolta smarrire il senso stesso della maturità, intesa come crescita umana e responsabilità.
Un esame rinnovato per un nuovo approccio valutativo
La riforma ipotizzata guarda quindi a un modello di valutazione che non si limiti alle prove disciplinari dell’ultimo anno, ma che esplori in profondità il cammino compiuto dallo studente. Al centro del progetto, un esame che valorizzi la persona nel suo insieme, capace di mettere alla prova non solo nozioni, ma anche attitudini, visione del futuro e capacità di affrontare le sfide della vita.
Maturità 2025: l’ultima con l’attuale assetto?
Intanto, la maturità 2025 è alle porte: saranno 524.415 gli studenti coinvolti, di cui 511.349 interni e 13.066 esterni, distribuiti in 27.698 classi e 13.900 commissioni. La struttura resta invariata: presidente esterno, sei commissari (tre interni, tre esterni). Si comincia mercoledì 18 giugno alle ore 8.30 con la prima prova scritta di italiano, uguale per tutti. Giovedì 19 giugno sarà la volta della seconda prova, specifica per ciascun indirizzo.
I numeri della maturità
I licei confermano il primato con 268.577 candidati, seguiti dagli istituti tecnici (169.682) e professionali (86.156). L’orale resta la fase più flessibile e già oggi rappresenta, secondo molti osservatori, l’elemento che più si avvicina alla visione del ministro: un momento in cui valutare il percorso educativo nel suo complesso, tra conoscenze, competenze e maturazione personale.
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