Educazione e Cittadinanza/2. Berlinguer contro la ‘scuola del verbo sedere’

La seconda proposta avanzata dall’Associazione guidata da Attilio Oliva è quella di istituire una “scuola a tempo pieno (6/7 ore al giorno, obbligatorie per i primi otto anni, poi facoltative) per avere il tempo di istruire e di educare anche attraverso una rosa di opzioni extrascolastiche”.

Questa proposta, “costosa ma strategica se vogliamo una scuola davvero compensatrice di gravi ineguaglianze sociali”, è quella che ha raccolto maggiore consenso nel confronto a più voci svoltosi in occasione della presentazione del Quaderno di TreeLLLe dedicato all’educazione “a vivere con gli altri nel XXI secolo”.

Non si tratta, in questo caso, di aggiungere uno specifico tempo curricolare a quello già previsto, ma di far rivivere tutte le materie in un quadro più dinamico e partecipato, abbandonando, come ha detto l’ex ministro Luigi Berlinguer, il “disciplinarismo” che attualmente occupa il 95% del tempo scolastico in favore di una formazione più aperta e flessibile, all’interno e fuori dell’aula scolastica, in cui si ponga fine alla “scuola del verbo sedere” per sostituirla con una scuola dell’imparare facendo, muovendosi tra laboratori, biblioteche, attività in alternanza, e coltivando interessi condivisi in campo artistico e musicale, oltre che tecnologico.

Una tematica, quella della scuola aperta e funzionante a tempo pieno con attività intra ed extrascolastiche, ripresa anche dal direttore di Tuttoscuola, Giovanni Vinciguerra, che ha messo l’accento sulla sottoutilizzazione delle risorse umane e strutturali che caratterizza l’attuale modello di scuola, che funziona a tempo parziale e con lunghi periodi di inattività. Un più razionale e meglio finalizzato impiego delle risorse consentirebbe fra l’altro di combattere alla radice il grave fenomeno della dispersione scolastica, e di ricavarne per il Paese un positivo “ritorno sull’investimento” non solo in termini economici ma di miglioramento della qualità della convivenza civile.