Dentro la riforma: le figure professionali per gli anticipi nell’infanzia

Per gli anticipi di iscrizione di bambini alla scuola dell’infanzia, la legge n. 53/2003 di delega al Governo per la riforma del sistema di istruzione prevede l’introduzione di nuove figure per sostenere bimbi di due anni e mezzo: “alla scuola dell’infanzia possono essere iscritti …le bambine e i bambini che compiono i 3 anni di età entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento, anche in rapporto all’introduzione di nuove professionalità e modalità organizzative” (art. 2 c.1 punto e).
Le nuove forme di organizzazione sono state provate (con scarso successo) nella sperimentazione, dove il decreto ministeriale di attuazione prevedeva un numero più ridotto di bambini per sezione in presenza di bambini anticipatari (ma le scuole hanno preferito riempire le sezioni).
Le “indicazioni” per la scuola dell’infanzia prevedono che le sezioni con bambini sotto i tre anni abbiano un rapporto di 8-10 bambini per insegnante, che equivale ad un massimo di 18 bambini per sezione con due insegnanti (oggi il rapporto medio di bambini per sezione è di 23,2).
La previsione di legge di nuove figure professionali di accoglienza o di assistenza per questi minori rappresenta una novità, su cui il Miur sembra stia cercando soluzioni adeguate, sollecitato in particolare dai sindacati di categoria che intravedono prospettive occupazionali interessanti.
Queste nuove figure di educatrici, simili a quelle degli asili-nido e da assegnare almeno una per ogni scuola, comporterebbero oltre 13.550 assunzioni, cioè tante quante sono le scuole statali dell’infanzia in cui attualmente il servizio viene erogato. Sarebbero necessari 350 milioni di euro per assumerle (circa 700 miliardi delle vecchie lire).
Il piano finanziario per la riforma dovrebbe dunque mettere in conto anche questo costo, a meno di non pensare ad un utilizzo temporaneo di figure di educatrici (tre o quattro mesi), assunte in convenzione o con contratto d’opera. Ma il sindacato sarebbe d’accordo?