
Ddl scuola, critiche dall’Anp, consenso dall’Andis
La critica maggiore al ddl scuola, nel corso delle audizioni delle associazioni dei dirigenti scolastici davanti le commissioni Cultura di Camera e Senato, è arrivata dall’Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola (Anp).
“All’inizio dell’esame di questo ddl avevamo trovato dieci punti di condivisione – ha spiegato il presidente Giorgio Rembado – oggi di quei dieci punti ne è rimasto solo uno“.
Nel merito l’Anp ha criticato, in particolare, l’autonomia degli istituti: “è sparito il riferimento all’autonomia statutaria e non è prevista minimamente quella finanziaria. La canecellazione della norma sul 5X1000 ne è la prova ulteriore“.
E ancora: l’Anp ha criticato il piano triennale dell’offerta formativa (“diventato uno atto tecnico professionale rimesso al collegio dei docenti“) e la mancata riforma degli organi collegiali. Sui nuovi poteri affidati al dirigente il rappresentante dell’Anp ha detto che “solo da noi si parla di super poteri o di deriva autoritaria. Gli esperti non vedono nessuno scandalo“.
Molto meno critica l’Associazione nazionale dirigenti scolastici (Andis), che si è detta favorevole “a molte novità introdotte“. Sui nuovi poteri l’atteggiamento di questa associazione di categoria è stato molto diverso: “il discorso sui nuovi poteri non ci interessa, ci interessa che quelle prerogative che già ci sono possano essere esercitate a pieno“.
Piuttosto l’Andis ha criticato la composizione del comitato di valutazione: “la valutazione, anche rispetto al merito, riguarda prerogative di natura tecnica per cui non guardiamo positivamente l’inserimento nel comitato di genitori e studenti“.
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