
Dal 21 al 27 luglio
SOMMARIO
1. Dpef: rinviate le risposte sulla scuola
2. Dpef e scuola: un “calando” preoccupante per questo Governo
3. Sperimentazione nella scuola primaria, autonomia scolastica e Anci
4. Gli insegnanti di religione in ruolo tra le polemiche
5. La sentenza del TAR manda in buca Miur, Cnpi e sindacati
6. Il Corsera prende le distanze dalla Moratti?
1. Dpef: rinviate le risposte sulla scuola
Chi si aspettava di trovare risposte concrete sul futuro della scuola nel DPEF 2004-2007 è rimasto deluso.
L’annuale documento di programmazione economica e finanziaria approvato dal Governo è generico e carente di strategia culturale e politica per la scuola. Esso si limita a rilevare il crescente bisogno di istruzione e di formazione e registra l’integrazione dei bambini nella società in età sempre più precoce.
“Al fine di assicurare un giusto equilibrio delle finanze pubbliche ed evitare che la pressione fiscale soffochi l’economia ed imponga un eccessivo onere alle generazioni future, è necessario perseguire con vigore il cammino delle riforme nei settori dell’istruzione, del lavoro e delle pensioni”.
Partendo da questa premessa di politica economica “restrittiva”, il documento conviene sul fatto che un moderno sistema scolastico richiede programmi didattici più ricchi ed approfonditi (e la riforma avrebbe recepito questa esigenza) e che occorre garantire la possibilità di raggiungere livelli di istruzione più elevati e incrementare la partecipazione ad iniziative di “life-long learning” (l’educazione permanente in Italia registra tassi bassissimi rispetto al resto d’Europa).
L’impegno è pertanto quello di adeguare il sistema educativo nazionale alle necessità di un’economia sempre più basata sulla conoscenza (ma di investimenti non se ne parla).
E per l’attuazione della riforma il Dpef cosa dice? Sarà oggetto di confronto sociale e istituzionale. Un po’ poco per chi si aspettava finalmente un segnale decisivo sugli investimenti finanziari di sostegno alla legge 53.
Non resta a questo punto che aspettare l’approvazione del piano programmatico finanziario che il Governo avrebbe dovuto varare entro il 15 luglio per rispettare il termine di 90 giorni previsto dalla legge. Le risorse sono decisive per capire il livello di qualità degli interventi. Senza la certezza di risorse, ogni provvedimento resta soltanto una dichiarazione di intenti.
2. Dpef e scuola: un “calando” preoccupante per questo Governo
Andando a rileggere i Documenti di programmazione economica e finanziaria varati dal Governo Berlusconi dal 2001 a oggi, si scopre che la scuola è posta via via ai margini. Vediamo.
Il Dpef del 2001, scritto dal Governo a ridosso dell’inizio della legislatura, non aveva avuto molto tempo per affrontare organicamente i temi dell’istruzione, ma era comunque riuscito a lanciare l’idea della riforma degli ordinamenti e a prevedere un impegno economico per l’utilizzo delle tecnologie multimediali nonché per la formazione e la valorizzazione del personale, titolando l’impegno con “formazione di capitale umano”.
La scuola aveva avuto un posto di riguardo nel Dpef 2002, anche se il ministero dell’Economia, in occasione del bilancio di assestamento, aveva rimproverato quello dell’istruzione di avere “splafonato” i limiti di spesa previsti, incentrando i suoi obiettivi per la scuola sul progetto di riforma, confermando gli impegni per:
(1) riforma degli ordinamenti e interventi connessi con la loro attuazione e istituzione del Servizio nazionale di valutazione dell’istruzione; (2) sviluppo delle tecnologie multimediali; (3) valorizzazione professionale del personale docente e amministrativo e autoaggiornamento; (4) misure volte a prevenire e rimuovere il disagio giovanile al fine di assicurare la piena realizzazione del diritto-dovere di istruzione e formazione; (5) interventi per lo sviluppo dell’istruzione e formazione tecnica superiore e per l’educazione degli adulti e di adeguamento delle strutture di edilizia scolastica.
Oltre alla riforma, l’impegno del Governo era di proseguire con interventi per la modernizzazione e al potenziamento del sistema educativo nazionale, anche per contenere gli elevati tassi di abbandono.
Ci si aspettava quest’anno un passo avanti, vista anche la concomitanza del semestre europeo.
Invece il Dpef 2003 non dice nulla sull’attuazione della riforma ed evidenzia solamente il bisogno di interventi per il potenziamento del sistema educativo per l’infanzia. Per la riforma c’è solo l’impegno a dibatterne l’attuazione con le forze sociali e le diverse istituzioni coinvolte.
Una scuola, insomma, sempre più in tono minore e un Governo che rischia di caratterizzarsi per un sistematico rimando delle soluzioni a tempi futuri.
Il Dpef sulla scuola in questo senso è un compendio di rinunce e di occasioni mancate che rispecchia il profilo sempre più svaporato della leadership di governo. E fa apparire l’istruzione sempre più ai margini dell’attenzione della maggioranza.
3. Sperimentazione nella scuola primaria, autonomia scolastica e Anci
Nelle prossime ore dovrebbe essere emanato dal Miur il decreto e la relativa circolare esplicativa per la generalizzazione dell’inglese e dell’alfabetizzazione informatica nelle classi prima e seconda della scuola primaria dal prossimo settembre.
Inglese e informatica saranno dunque obbligatori da subito e il Miur ipotizza l’assegnazione di personale aggiuntivo per l’acquisizione dei nuovi “alfabeti” per i più piccoli della scuola primaria, anche se non è chiaro come le poche unità di organico residuate dal budget per l’anticipo possano coprire tutte le esigenze.
Sull’ipotesi di avviare anche una prima applicazione dei piani di studio previsti dalle “Indicazioni nazionali” il CNPI ha dato via libera a condizione che il tutto sia compreso in un progetto di sperimentazione nazionale (art. 11 del Regolamento di autonomia scolastica) e che le istituzioni scolastiche abbiano la possibilità di pronunciarsi con regolare delibera per attuare o meno il progetto innovativo.
Il parere del CNPI è stato espresso a maggioranza con i voti contrari di Cgil-scuola e Anp.
Ha espresso invece una valutazione all’unanimità, ma duramente critica, la commissione scuola dell’Anci che, oltre a diversi giudizi negativi di metodo e di merito (vedi servizi su http://www.tuttoscuola.com), sulla questione del progetto di innovazione che dovrebbe servire a sperimentare pezzi della riforma Moratti, ha affermato che è indispensabile sì che le istituzioni scolastiche si pronuncino in assoluta autonomia, ma ha ritenuto che ciò debba avvenire “sentiti gli enti locali in relazione alle competenze loro attribuite e agli oneri posti a loro carico”.
4. Gli insegnanti di religione in ruolo tra le polemiche
Il 15 luglio la Camera ho approvato in via definitiva la legge che prevede l’immissione in ruolo degli insegnanti di religione cattolica. Una legge per certi aspetti storica, contrastata dalla sinistra e sostenuta trasversalmente dai partiti dell’area cattolica della Margherita e dell’Udeur.
Non si tratta solamente di una sanatoria di un precariato speciale, perché per questo vi sarebbe stato maggior consenso. È una legge che intreccia in modo esclusivo il potere dello Stato italiano e quello della Santa Sede, ben oltre i limiti finora consentiti dall’Intesa concordataria per il semplice incarico annuo per i docenti di religione cattolica.
Saranno docenti dipendenti dello Stato a tutti gli effetti (giuridici ed economici), ma avranno sempre bisogno del benestare dell’autorità ecclesiastica, senza il quale potranno essere radiati dai ruoli dei docenti di religione, ma manterranno il diritto a permanere nei ruoli dei docenti passando ad altro posto di insegnamento laico.
Soprattutto per questo aspetto del posto, garantito comunque anche in caso di perdita di idoneità, hanno preso le distanze dalla legge l’Uil scuola e, ancor più duramente, la Cgil-scuola, mentre la Cisl-scuola ha sempre mantenuto pieno il suo appoggio al disegno di legge.
Nella passata legislatura l’Ulivo presentò e appoggiò una legge analoga che, dopo l’approvazione di un ramo del Parlamento, non centrò il bersaglio.
Il ministro Moratti e l’attuale maggioranza hanno ripreso quell’eredità legislativa incompiuta e l’hanno condotta in porto con qualche semplificazione che ha consentito ai Ds di sfilarsi dall’incomoda posizione di sostenitori che avevano avuto in passato (con qualche lacerazione interna).
5. La sentenza del TAR manda in buca Miur, Cnpi e sindacati
Nella storia infinita tra precari-precari e precari-sissini questa volta sono questi ultimi a portare a casa un risultato favorevole, grazie alla sentenza del Tar del Lazio n. 6339 del 14 luglio).
Non si contano più le sentenze che hanno dato o hanno tolto qualche punto a qualcuno; questa volta hanno tolto quei 18 punti che il ministero aveva dovuto “inventare” come punteggio aggiuntivo a favore dei precari-precari per riequilibrare i legittimi ma “eccessivi” punti dei precari-sissini.
Era stato il Parlamento a impegnare il Governo a trovare soluzioni di riequilibrio e viale Trastevere, pur in assenza di una apposita norma di legge, si era messo al lavoro trovando la soluzione dei 18 punti. Prima di procedere aveva richiesto il parere al CNPI (cioè di fatto ai sindacati), ottenendo un voto favorevole: “Il CNPI condivide la proposta di attribuzione di un bonus, sia ai docenti che abbiano conseguito l’abilitazione a seguito di superamento del concorso ordinario, sia ai docenti in possesso di abilitazione conseguita nei corsi abilitanti riservati o a qualsiasi titolo posseduta” e ancora: “Il CNPI identifica in 18 punti il valore utile al fine di perseguire il condiviso obiettivo del riequilibrio dei punteggi”.
Ma la sentenza del Tar, come hanno ricordato in un documento congiunto le diverse associazioni dei precari-sissini, ha bocciato con parole inequivocabili ogni punteggio aggiuntivo alle abilitazioni diverse da quella conseguita tramite SSIS: “Mancano le basi normative e logiche per riconoscere la legittimità di un punteggio aggiuntivo ai titoli abilitativi diversi dai diplomi rilasciati dalle SSIS”
I sindacati, che avevano condiviso le “correzioni” di tabella del Miur, hanno richiesto un incontro urgente per affrontare una situazione che, alla vigilia dell’anno scolastico e delle nomine da effettuare, rischia di creare gravi difficoltà per le correzioni che da apportare alle graduatorie, se pur limitate agli iscritti in terza fascia. Qualche sindacato, con un “io l’avevo detto”, cerca intanto di tirarsi fuori.
6. Il Corsera prende le distanze dalla Moratti?
“L’attuale ministro della destra, Letizia Moratti, si è ben guardato dal correggere minimamente le tendenze affermatesi con il suo sciagurato predecessore di sinistra”. Quali tendenze? Secondo Ernesto Galli della Loggia, editorialista di punta del Corriere della Sera dai tempi della direzione di Paolo Mieli, ci sarebbe perfetta continuità tra centrosinistra e centrodestra in materia di “disintegrazione del carattere nazional-unitario e pubblico del sistema scolastico”, minato alla radice, a suo avviso, dalla “cosiddetta” autonomia delle scuole e dall’alleggerimento dei programmi, intrisi peraltro di un “ridicolo prescrizionismo pedagogico”.
E’ vero che l’analisi di Galli non è comparsa stavolta sul quotidiano in forma di editoriale, ma soltanto nell’inserto settimanale “Sette”, uscito il 18 luglio scorso, ma si ha la sensazione che qualcosa stia cambiando nella posizione, certo non ostile, fin qui tenuta dal giornale sulla politica scolastica del governo. Intanto l’iniziativa, avviata nell’ottobre 2002, di promuovere una sorta di dialogo-cordata bipartisan a sostegno delle riforma, è ormai ferma da mesi. E persino gli articoli di Gaspare Barbiellini Amidei, in passato sempre molto positivi verso il ministro Moratti, si sono fatti più cauti e problematici.
Forse però non siamo, o non siamo ancora, in presenza di un cambio di linea del Corsera, e può anche darsi che più linee coesistano, anche con qualche dialettica.
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Ed ecco le altre notizie di TuttoscuolaFOCUS n.17/113:
Miur-Anci: un incontro per fare pace?
Il MIUR e l’ANCI dopo il duro commento dei Comuni sul progetto ministeriale di innovazione si incontrano lunedì 21 luglio, secondo indiscrezioni raccolte da Tuttoscuola, per (…) http://www.tuttoscuola.com/focus
IRC: 23 mila candidati per 15.558 posti
Quanti posti saranno messi a concorso per l’immissione in ruolo dei docenti della religione cattolica?
La stima (…) http://www.tuttoscuola.com/focus
Movimento precari: serve un decreto legge
Dopo la sentenza del TAR del Lazio che ha accolto il ricorso dei “sissini”, sospendendo l’applicazione del decreto sulle graduatorie, Il MIIP, Movimento Interregionale Insegnanti Precari (www.precari.org), torna alla carica con (…) http://www.tuttoscuola.com/focus
I precari sfonderanno il muro del 14%?
Il precariato si sta trasformando da fenomeno fisiologico a situazione patologica e quest’anno toccherà punte da record superando forse il 14% dei docenti in servizio. (…) http://www.tuttoscuola.com/focus
Silenzio-assenso per il CCNL o problemi in vista?
Scadono in queste ore i termini per l’approvazione definitiva dell’ipotesi di contratto per la scuola.
La Corte dei Conti, dopo il sofferto assenso da parte del Governo, ha ricevuto dall’Aran (…) http://www.tuttoscuola.com/focus
E poi tutte le scadenze del prossimo mese, commentate e spiegate. Ecco gli argomenti di TuttoscuolaMEMORANDUM di questa settimana:
domande di aggiornamento delle GRADUATORIE DI ISTITUTO
trasmissione dati scrutini ed esami
Termine ultimo per NOMINE 2003-2004
ANAGRAFE DELLE PRESTAZIONI
inizio PROVE SUPPLETIVE Esami di Stato
PRIMI GIORNI DI LEZIONE per il nuovo anno scolastico
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