Corte di giustizia UE: tempi lunghi

L’attesa di una rapida risposta ai ricorsi presentati da vari sindacati italiani alla Corte di giustizia europea è andata delusa. Non se ne parlerà per diversi mesi (la durata media di questo tipo di procedimenti è di 16,3 mesi, come ha precisato la portavoce della Corte). E non è detto che la futura sentenza, pur di massima favorevole, non contenga una serie di eccezioni e distinzioni, accogliendo solo una parte dei ricorsi, che potenzialmente interessano 140 mila precari della scuola italiana.

Il relatore non si è pronunciato: insieme ai giudici, ha ascoltato le parti costituite e il procuratore generale, e si è quindi riservato di comunicare la data in cui renderà pubbliche le argomentazioni in materia da parte della stessa Corte.

Hanno preso parte al dibattimento i rappresentanti dei lavoratori e quelli dello Stato italiano: l’avvocatura dello Stato ha insistito sulla norma speciale che regola le graduatorie, grazie alla quale si è assunti a tempo determinato senza concorso, anche a causa della non previdibilità dei fabbisogni di organico. 

Il rappresentante della Commissione europea ha detto comunque di essere a conoscenza del fatto che in Italia per 12 anni non si sono banditi concorsi pubblici, ma ha anche sottolineato che sul precariato bisogna distinguere le ragioni sostitutive, dovute a ragioni obiettive, dalle supplenze reiterate su posti vacanti e disponibili.