Tuttoscuola: Non solo statale

Contro la dispersione, l’Agesc chiede più impulso alla formazione professionale

Contro la dispersione scolastica è necessario dare più impulso alla formazione professionale. Ne è convinto il Presidente di Agesc, Associazione Genitori Scuole Cattoliche, Roberto Gontero, che commentando i dati dell’ “Atlante dell’Infanzia (a rischio)” di Save the Children presentato a Roma, ricorda che “secondo i dati Isfol (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori) 2012, risulta che su 6.077 Centri di Formazione Professionale (CFP) attivi in Italia, solo 838 trovano collocazione al Sud e nelle Isole (pari al 13,7% del totale)”.

Per combattere il fenomeno della dispersione scolastica, che raggiunge il picco in Sicilia e Sardegna, come risulta dal Rapporto di Save the Children – evidenzia Gontero – è necessario che soprattutto queste Regioni si attivino a implementare Centri di Formazione Professionale. Infatti, secondo l’Isfol risulta che un giovane su due di quelli che hanno frequentato un percorso di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) triennale o quadriennnale (dai 14 ai 18 anni), presso agenzie formative private accreditate dalle Regioni, ha trovato il suo primo impiego dopo soli 3 mesi dal conseguimento della qualifica”.

In uno scenario che vede salire a 2,2 milioni (+ 10% in due anni) la cosiddetta Neet Generation (Not in Education, Employment or Training, né a scuola né al lavoro nella fascia 15/29 anni) – sottolinea ancora il presidente Agesc – si rende necessario spostare l’asse dell’impianto educativo italiano verso indirizzi formativi maggiormente mirati ai bisogni delle aziende. Il divario Nord-Sud, nei tassi di abbandono scolastico, – conclude – potrà essere colmato raggiungendo una omogeneità territoriale nell’offerta formativa professionale, che si sta rivelando strumento chiave per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Dobbiamo evitare il paradosso per cui le imprese non riescono a trovare 130mila tecnici, a causa del disallineamento tra l’offerta formativa della scuola e le effettive opportunità riscontrabili nel mondo del lavoro”.

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