Comitati precari: no ai contratti di disponibilità

Il Coordinamento Precari Scuola (CPS), che riunisce una ventina di organizzazioni operanti a livello nazionale e locale, fa sapere in un suo comunicato di ritenere “assolutamente insufficiente la proposta elaborata dal Governo d´istituire, tramite accordi specifici con le singole regioni e con le forze sindacali, i cosiddetti contratti di disponibilità“.

Le ragioni della contrarietà del CPS ad una soluzione che è stata invece considerata positivamente dai maggiori sindacati della scuola sono le seguenti:
1) il futuro lavorativo degli insegnanti ed ATA e la loro possibilità di lavorare o di percepire un reddito nel periodo di disoccupazione dipenderebbe dalle singole scelte delle regioni ed dai fondi che queste ultime decidono di investire per finanziare i contratti;
2) dai contratti verrebbero completamente tagliati fuori tutti coloro che, o per scelta o per necessità, hanno lavorato per uno o più anni nella scuola tramite le supplenze d´istituto;
3) da questi contratti sarebbe escluso tutto il personale ATA.
4) è irrazionale che il governo invece di assumere a tempo indeterminato i lavoratori che quotidianamente operano nella scuola, garantendo una migliore qualità dell´istruzione e una continuità didattica per gli studenti, sottragga miliardi di euro dalla scuola pubblica statale per poi far pagare alle regioni uno stipendio per posti che in realtà sono liberi e disponibili.

La priorità per tutti è quella di lavorare nel contesto migliore possibile”, conclude il comunicato. Perciò il CPS chiede:
“- il ritiro dei tagli di cui è stata oggetto la Scuola Pubblica Statale;
– l’assunzione a tempo indeterminato sui tutti i posti vacanti e disponibili;
– l’aumento dei finanziamenti per la scuola pubblica e statale
“.