Censis/1. La trasmissione della cultura nell’era digitale

Giovedì 11 febbraio 2016 sono stati presentati, alla presenza di un qualificato e folto pubblico, i risultati della ricerca, realizzata dal CENSIS in collaborazione con l’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, su “La trasmissione della Cultura nell’era digitale”. Sono intervenuti Massimo Bray, Direttore Generale della Enciclopedia Italiana Treccani, Giorgio De Rita, Segretario Generale Censis, Massimiliano Valeri, Direttore Generale Censis, Tullio De Mauro, Carlo Freccero e Riccardo Luna. Presente anche la Presidente della RAI, Monica Maggioni.

L’inchiesta sul sapere nell’era digitale realizzata dal Censis, che ha come universo di riferimento gli Italiani acculturati digitalizzati, con una età di 25 anni e oltre, laureati, utenti di Internet, è servita a tracciare la matrice dei mezzi utilizzati con più frequenza ai fini culturali, per acquisire nozioni nelle diverse discipline.

La ricerca mira a comprendere gli effetti della rivoluzione digitale sugli stili conoscitivi, sulle forme di apprendimento, sui meccanismi di produzione e trasmissione del sapere. Attraverso una indagine campionaria (di soggetti tutti laureati) è stato possibile misurare l’evoluzione di questi fenomeni, con l’intento di pervenire a definire un quadro conoscitivo effettivo e puntuale di come stia cambiando la trasmissione della cultura nell’era digitale.

I libri restano prioritari quando ci si applica alla letteratura (sono utilizzati da più della metà di chi vi si dedica); sono prevalenti in campi del sapere come la storia e la geografia (anche se in questo caso l’enciclopedia on-line redatta dagli utenti per gli utenti Wikipedia viene usata da poco meno di un quarto del campione); si collocano alla pari con i siti Internet per gli studi di economia, scienze sociali e diritto; diventano minoritari per le scienze naturali, la fisica e la matematica (in questo caso la metà degli interessati si divide tra siti web e motori di ricerca on-line); il loro impiego si fa ridottissimo per l’approfondimento nei campi della tecnologia e dell’informatica (il 2,6% usa i libri, l’87,7% usa Internet).

E’ emerso che in Italia abbiamo un tasso di laureati che, sebbene crescente nel tempo (+4,3 nell’ultimo decennio), è fermo al 15% della popolazione in età attiva (15-64 anni), molto meno della media europea (25,8%), per non parlare di valori di Paesi come Francia (29,7%), Svezia (32,8%), Regno Unito (35,4%).