Boldrini riduce emendamenti, voto finale domani

Riforma della scuola al rush finale, alla Camera, dove stamattina in aula è iniziato tra le polemiche l’esame degli emendamenti. I lavori andranno avanti per l’intera giornata, il voto finale sul provvedimento è previsto per domani, salvo cambiamenti dell’ultima ora.

La relatrice di maggioranza Maria Coscia (Pd) e il governo hanno dato parere contrario a tutti gli emendamenti. In apertura di seduta, il vicepresidente di turno dell’assemblea Roberto Giachetti ha spiegato che la presidenza ha deciso di chiedere a ciascun gruppo di segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

Proteste dall’opposizione: per Giancarlo Giordano di Sel si tratta di una “contrazione della possibilità delle minoranze di intervenire sul testo. Sono soltanto 135 gli emendamenti presentati dalle opposizioni quindi non capiamo il motivo per cui dobbiamo subire l’ennesima contrazione dei tempi. Per quanto riguarda il nostro gruppo, passare da 27 emendamenti a uno solo ci mette di fuori dalla discussione“.

La decisione della presidenza della Camera, criticata anche da Lega, M5S e Forza Italia, è stata difesa da Giachetti che ha spiegato come si tratti di una “norma applicata a tutti i provvedimenti in via sistematica“, una decisione “adottata sulla base di una costante prassi“.

Il testo della “buona scuola” all’esame della Camera è comunque blindato, come blindati sono i tempi di approvazione per consentire già dal prossimo anno l’immissione in ruolo degli oltre 100 mila precari previsti dalla riforma. Ma il ritorno in aula della riforma si è accompagnato al ritorno della protesta in piazza di studenti, insegnanti, sindacati e opposizioni. Con un appello, come riferisce l’agenzia Askanews, di cui si è fatto interprete l’M5s, al presidente della Repubblica affinchè non firmi il provvedimento perché significherebbe “assassinare la scuola pubblica“.