Tuttoscuola: Non solo statale

Apprendistato: Sacconi determinato ma disponibile all’ascolto

Il ministro del lavoro Maurizio Sacconi è intenzionato a cercare sulla riforma dell’apprendistato un’intesa con le Regioni e le parti sociali. La più ampia possibile, ma senza snaturare il carattere dei contenuti del testo unico approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri lo scorso 19 maggio. Con il nuovo provvedimento aumenta l’incidenza dei progetti realizzati in azienda, si punta  a semplificare la declinazione più diffusa dell’apprendistato professionalizzante. Larga parte del successo della riforma dipenderà dalla separazione delle competenze formative tra regioni e contratti collettivi.

L’apprendistato si configura come contratto a carattere formativo di incentivazione all’inserimento dei giovani nelle realtà imprenditoriali. Le tre tipologie di contratto di apprendistato si pongono l’obiettivo di fare incontrare le esigenze dei giovani e del mondo del lavoro e poggiano su due postulati.

Il primo consiste nella convinzione che il giovane deve vedere nella formazione un investimento su se stesso e lo strumento per crescere, per aumentare le proprie competenze, il secondo che le imprese considerino la formazione un investimento indispensabile per competere e per l’evoluzione tecnologica e organizzativa.

Ma ciò richiede la presenza di operatori preparati che possano accompagnare costantemente i giovani apprendisti, consegnando loro una vera cultura del lavoro, sostenendoli nel loro cammino e consolidando le loro conquiste. Difficile fare previsioni, ma sembra un buon viatico per andare avanti.

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