Afghanistan: la scuola fa paura ai talebani

Un insegnante è stato decapitato in una città del Sud dell’Afghanistan per mano dei talebani, secondo quanto affermano fonti ufficiali governative.

Si tratta dell’ultimo di una serie di attacchi che hanno colpito negli ultimi mesi le scuole e i loro insegnanti. Un mese fa è stato ucciso un altro docente, dopo essere stato trascinato fuori dalla classe dove stava insegnando, perché secondo i guerriglieri, aveva ignorato le loro ripetute intimazioni di non insegnare alle ragazze. Pochi giorni dopo i ribelli hanno attaccato un’altra scuola della stessa provincia, uccidendo uno studente e un custode. E nel mese di agosto 2005 una scuola elementare mista era stata incendiata proprio perchè mista.

Va ricordato che nel periodo in cui erano stati al governo del Paese, prima dell’arrivo delle forze americane nel 2001 e del conseguente rovesciamento del loro regime, i fondamentalisti talebani avevano proibito l’insegnamento alle bambine. Dopo l’ultimo episodio di violenza la presidenza afghana ha diffuso un comunicato del presidente Hamid Karzai, che condanna fermamente “il tentativo dei terroristi di privare i bambini dell’Afghanistan del loro diritto all’educazione“: tutti i bambini, senza distinzione tra maschi e femmine.

In effetti la scuola laica e pubblica è percepita dai fondamentalisti come alternativa alle scuole coraniche (madrase), e come un rischio mortale per la conservazione della religione islamica nella sua forma più tradizionale, che non ammette distinzioni tra la dimensione politica e quella religiosa, tra cultura e fede.