Adro e il marchio leghista. Farefuturo più duro dell’opposizione

Non sono mancate in queste ore critiche aspre all’iniziativa del sindaco leghista di Adro di marchiare suppellettili scolastiche con il simbolo del sole delle Alpi, adottato dalla Lega.

Farefuturo, il gruppo politico del presidente Fini, batte forse tutti in fatto di critica sia verso la Lega sia,in particolare, verso il Pdl.

Quel che è più imbarazzante – afferma Farefuturo – è il silenzio dei custodi della ‘vera destra’. Loro, i sacerdoti dell’identità, della coerenza, dei valori. Loro, che dovevano garantire la coesione nazionale, il rispetto dei simboli della patria. Loro, che dovevano arginare la Lega in nome di una lunga ‘storia politica’. Loro, davanti alla trasformazione di una scuola pubblica in sede di partito, anzi in ‘tempio padano’ stanno zitti. O non alzano la voce quanto dovrebbero. A dimostrazione di come il ‘fu Pdl’ sia suddito dei leghisti, ostaggio dei suoi simboli e delle sue ‘carnevalate’“.

Le pesanti considerazioni di commento alle reazioni Pdl verso decisione del sindaco di Adro di arredare il nuovo polo scolastico con il simbolo del Sole delle Alpi, sono riportate su Ffwebmagazine, il periodico online della Fondazione Farefuturo.

“Un Pdl “impotente e silenzioso – continua il commento – mentre Bossi già si prepara a portare qualche ministero in Padania. Ammutoliti davanti a chi prova a sostituire il Tricolore con il Sole delle Alpi. A proposito di ‘cambi di bandiera… “.

“L’operazione leghista – rilevano i finiani – si è trasformata in una nuova, evidente dimostrazione di debolezza politica e culturale di quello che continua a chiamarsi Popolo della libertà. Di sudditanza nei confronti della Lega, per essere più precisi”. 

Quei banchi marchiati con il simbolo leghista sono “solo goffa propaganda, c’è la ‘parte’ spacciata per ‘patria’, c’è propaganda di partito mascherata da operazione di recupero culturale. C’é dello ‘spirito totalitario’, insomma. E senza paura di esagerare”.

Anche il senatore Valditara, vicino a Fini, era intervenuto dalle pagine del Secolo d’Italia, chiedendo al ministro di intervenire “affinché i simboli leghisti siano sostituiti con la bandiera italiana e con lo stemma della Regione Lombardia” e di non chiudere “gli occhi di fronte a un evidente strumentalizzazione politica”.