"Tesoretto" e scuola

L’ultima possibilità è un ripescaggio in extremis. Nella destinazione dell’extragettito utilizzabile fin qui decisa dal Governo non c’è traccia di investimenti per la scuola. Prodi ha invitato gli alleati a concentrarsi su cinque priorità: “pensioni più basse. Poi infrastrutture, ricerca e innovazione, sicurezza“. Eppure nei giorni scorsi era stato proprio il Presidente del Consiglio a citare l’istruzione tra le priorità da sostenere con determinazione perché strumento decisivo per il rilancio del paese.
Il ministro della PI Fioroni, che sta sostenendo con vigore la richiesta di maggiori stanziamenti per coprire i “buchi” (fondi per le supplenze, compensi per la maturità, tarsu etc,) contratti nella passata legislatura, ha poco tempo a disposizione per convincere il collega Padoa-Schioppa ad assumere una misura straordinaria per la scuola.
L’ambizione è trasformare l’angoscia degli esiti formativi negativi in una capacità di cambiare per entrare in una nuova fase in cui i passi avanti siano il frutto di un ampio disegno, anche finanziario, condiviso.
L’occasione propizia per porre il problema può essere il 21 giugno, data fissata dal Governo per l’aggiornamento del dividendo da assegnare alle priorità prescelte, dopo aver conosciuto i dati definitivi della tassazione fiscale.
In mancanza di finanziamenti concreti per la scuola saranno legittimi i dubbi sulle possibilità di tradurre i propositi in proposte. E la prospettiva di un ulteriore declino dei livelli di qualità del funzionamento della scuola si farà più vicina.