Esame di Maturità 2026: torna il nome storico e cambia la struttura delle commissioni. Il Decreto scuola è legge
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 5 novembre (Serie Generale n. 257), la Legge 30 ottobre 2025, n. 164 ha convertito con modifiche il decreto-legge 9 settembre 2025, n. 127, contenente “misure urgenti per la riforma dell’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione e per il regolare avvio dell’anno scolastico 2025/2026”.
È ufficiale, dunque: il Decreto Scuola è legge, e l’esame di fine ciclo cambia volto — e nome.
Dal “nuovo esame di Stato” al ritorno della “Maturità”
Il primo elemento che salta agli occhi è simbolico ma non solo: la riforma reintroduce la denominazione “esame di Maturità”, sostituendo quella di “esame di Stato”. L’esame di Maturità vuole tornare a valutare non soltanto la preparazione formale, ma anche la crescita personale e civica dello studente: la sua capacità di affrontare la transizione verso il mondo adulto, accademico o professionale. Un ritorno al passato, dunque, che intende però dare nuova centralità al significato formativo dell’ultimo atto del percorso scolastico.
La decisione nasce anche da episodi registrati durante la sessione 2024-25, quando alcuni studenti avevano scelto di affrontare il colloquio rimanendo in silenzio in segno di protesta, pur avendo già raggiunto il punteggio minimo per il diploma con le sole prove scritte.
Prove scritte, orali e commissioni: cosa cambia
Sul piano operativo, la riforma introduce novità rilevanti.
Entro il 31 gennaio di ogni anno, il Ministro dell’Istruzione e del Merito comunicherà ufficialmente la seconda prova scritta, diversa per ciascun indirizzo di studi. Resta invariata la prima prova di italiano.
Per esempio, nei licei classici la seconda prova sarà di latino o greco, mentre negli scientifici potrà riguardare matematica, fisica o scienze, a seconda dell’indirizzo.
Viene inoltre ridefinito il colloquio orale, che non verterà più su tutte le discipline ma su un massimo di quattro aree individuate dal Ministero, coerenti con il percorso formativo dello studente. Le materie saranno rese note insieme alle prove scritte.
Un altro cambiamento riguarda la composizione delle commissioni, ridotta a cinque componenti: due commissari interni, due esterni e un presidente esterno (assegnato a due classi).
Le prove scritte saranno affidate a due commissari diversi: uno per italiano e uno per la disciplina della seconda prova.
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