
11. Didattica delle attività
1. Il portfolio – Cos’è
2. A cosa serve
3. Com’è fatto
4. Cosa contiene
5. Chi lo gestisce
Lo strumento didattico del portfolio individuale non è invenzione recente nella scuola, ma le “Indicazioni nazionali” hanno avuto il merito di farne un oggetto dal nome familiare e dal forte richiamo suggestivo.
Diverse scuole, soprattutto dell’infanzia e del settore paritario, già prima praticavano l’uso del portfolio, con finalità simili a quelle enunciate nelle “Indicazioni nazionali”.
Anche questo nuovo strumento didattico proposto dalle “Indicazioni” fa parte di quelle possibilità di opzione rimesse esclusivamente alla determinazione delle istituzioni scolastiche autonome.
1. Il portfolio – Cos’è
Il termine “portfolio” è usato ormai abitualmente per indicare la raccolta significativa dei prodotti di un soggetto (persona, azienda, gruppo, ecc.) con la quale esso dà conto delle attività, delle esperienze qualificate e dei risultati o prodotti conseguiti.
Si può considerare, semplificando, come il ‘catalogo’ con il quale ci si presenta agli altri per dimostrare quel che si sa fare in un determinato settore, esponendo i propri migliori prodotti personali, un po’ come il “book” per un grafico, o delle cassette “demo” per un musicista.
Rispetto ad un ‘curriculum vitae’ che registra in parole il percorso significativo di vita di una persona, il portfolio aggiunge anche – nell’accezione che si ricava dai documenti ministeriali – la visione dei prodotti realizzati dal soggetto.
Nella previsione della nuova scuola riformata si include il portfolio delle competenze individuali degli alunni come ‘cartella’, strumento che raccoglie e documenta il percorso formativo di ciascuno.
Il portfolio delle competenze individuali dell’alunno è quindi uno strumento didattico individuale che accompagna l’alunno per tutto il suo itinerario scolastico, registrandone le tappe formative più rilevanti, i processi e i risultati significativi.
2. A cosa serve
Raccoglie la documentazione significativa ed essenziale – attraverso soprattutto gli elaborati scolastici – del percorso formativo dell’alunno, registrandone le più spiccate competenze acquisite.
Registra le osservazioni dei docenti e delle famiglie sugli apprendimenti del ragazzo, le osservazioni sistematiche.
Descrive i percorsi formativi seguiti dall’alunno, i progressi educativi raggiunti e i risultati conseguiti.
Il Portfolio delle competenze individuali si innesta su quello portato dai bambini dalla scuola dell’infanzia e accompagna i fanciulli nel passaggio alla scuola secondaria di primo grado.
Raccoglie tutte le indicazioni che hanno valenza orientativa rispetto al futuro percorso scolastico dell’allievo, vale a dire le capacità particolarmente sviluppate nella scuola primaria così come quelle ancora problematiche, i percorsi opzionali realizzati, le attitudini evidenziate, le modalità relazionali più efficaci, i percorsi extra scolastici e le esperienze personali che hanno contribuito alla formazione, tutto quanto attiene al sapere e al saper fare del soggetto.
La funzione del portfolio è dunque particolarmente preziosa nei momenti di passaggio tra le scuole dei diversi gradi, in quanto il principio della continuità educativa richiede che i docenti, nell’anno precedente e in quello successivo al passaggio, collaborino, in termini di scambio di informazioni, di progettazione e verifica di attività educative e didattiche, con la famiglia, con il personale che ha seguito i bambini nella scuola dell’infanzia o che riceverà i fanciulli nella scuola secondaria di I grado.
3. Come è fatto
Non esiste un modello di portfolio “ufficiale”, redatto dal MIUR. Sulla base delle indicazioni fornite circa la sua funzione e il suo utilizzo, si può ipotizzare che esso possa essere materialmente costituito da due parti: una, più formale, per trascrivere e registrare; l’altra, più informale, per raccogliere e documentare.
In attesa che si diffondano appropriati modelli di portfolio, potrebbe essere adottato, ad esempio, per ciascun alunno e per ogni anno di scuola un raccoglitore ad anelli dotato di un congruo numero di cartelline trasparenti, strutturate sulle due parti indicate sopra.
C’è già chi ha progettato un portfolio elettronico. Lo strumento consente vari tipi di elaborazione da parte delle scuole. Sotto questo aspetto il progetto nazionale si presenta anche come laboratorio di ricerca per conseguire efficacia dell’offerta formativa.
Nella prima parte dell’ipotetico portfolio, che abbiamo denominato di tipo formale, e che dovrebbe risultare strutturata a sua volta in due sezioni, possono essere raccolti tutte le osservazioni, note, indicazioni e rilievi relativi rispettivamente alla valutazione e all’orientamento dell’alunno.
In questa prima parte possono essere registrati anche i modi personali di apprendimento dell’alunno, nonché gli esiti dei colloqui con le famiglie e le proposte di attività formative integrative.
Possono essere altresì registrati gli esiti significativi di esperienze extrascolastiche dell’alunno.
Nella seconda parte, a carattere informale, potranno essere raccolti, accompagnati da annotazioni esplicative, materiali prodotti dall’allievo individualmente o in gruppo, prove scolastiche significative.
Questa documentazione è necessario che abbia carattere di essenzialità e di significatività: scelta della documentazione e suo valore esemplare.
Il portfolio da utilizzare nella scuola primaria può essere unico per l’intero quinquennio oppure composto da cinque volumi, uno per anno scolastico, che accompagnano nel loro insieme l’intero percorso formativo personale.
4. Cosa contiene
Il portfolio non è una specie di archivio didattico individuale. Non può pertanto contenere tutto dell’alunno: non servirebbe allo scopo. Se la sua caratteristica è la documentazione significativa ed essenziale, funzionale alla valutazione e all’orientamento, dovrebbe contenere, secondo le stesse indicazioni ministeriali:
• materiali prodotti dall’allievo individualmente o in gruppo, capaci di descrivere le più spiccate competenze del soggetto;
• prove scolastiche significative relative alla padronanza degli obiettivi specifici di apprendimento e contestualizzate alle circostanze;
• scelta di documenti, di note, di disegni, di illustrazioni di esperienze come stimolo per far vedere ciò che l’allievo ha fatto, compreso, visto, vissuto durante la sua vita scolastica, in diversi campi espressivi;
• osservazioni dei docenti e della famiglia sui metodi di apprendimento del fanciullo, con la rilevazione delle sue caratteristiche originali nelle diverse esperienze formative affrontate;
• commenti su lavori personali ed elaborati significativi, sia scelti dall’allievo (è importante questo coinvolgimento diretto) sia indicati dalla famiglia e dalla scuola, ritenuti esemplificativi delle sue capacità e aspirazioni personali;
• indicazioni che emergono dall’osservazione sistematica, dai colloqui insegnanti-genitori, da colloqui con lo studente e anche da questionari;
• descrizione accurata dei percorsi seguiti e dei progressi educativi raggiunti, anche prendendo in considerazione i traguardi di sviluppo progettati;
• registrazione dei modi personali di apprendimento dell’alunno, con la rilevazione delle sue caratteristiche originali nelle diverse esperienze formative affrontate, nonché gli esiti dei colloqui con le famiglie e le proposte di attività formative integrative.
In sintesi il portfolio dovrebbe contenere:
• una descrizione accurata dei percorsi seguiti e dei progressi educativi raggiunti;
• una documentazione significativa, attraverso gli elaborati degli alunni.
5. Chi lo gestisce
Il Portfolio delle competenze individuali della scuola primaria è compilato ed aggiornato – secondo quanto previsto nelle “Indicazioni nazionali”, dal docente coordinatore-tutor, in collaborazione con tutte le figure che si fanno carico dell’educazione e degli apprendimenti di ciascun allievo, a partire anzitutto dai genitori e dagli stessi allievi, chiamati ad essere sempre protagonisti consapevoli della propria crescita.
Gli insegnanti del team, come lo stesso docente tutor, compiono osservazioni sistematiche sugli alunni, le annotano e le consegnano al docente coordinatore per le opportune registrazioni nel portfolio.
Le stesse famiglie, oltre ad essere periodicamente messe a conoscenza degli aggiornamenti del portfolio, concorrono alla sua compilazione, fornendo al docente tutor notizie significative ed elementi essenziali sui processi di apprendimento e sui livelli di maturazione dei propri figli.
Più problematico, ma non impossibile, è il coinvolgimento degli stessi alunni nella costruzione e nella tenuta del portfolio, con l’obiettivo di responsabilizzarli, rendendoli consapevoli dei loro livelli di maturazione, mediante anche la visibilità del proprio percorso formativo.
In base all’autonomia didattica, le scuole che intendono progettare e utilizzare il portfolio, possono anche decidere di prevederne la gestione in modo diverso da quello ufficialmente prospettato.
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