Cgil: la partita non è chiusa

La partita non è chiusa: permangono gli elementi di criticità che la Cgil contesta sin dai primi passaggi parlamentari, per questo rilanceremo la discussione e le iniziative sui temi della scuola“. Gianna Fracassi, segretario confederale del sindacato di corso d’Italia, così commenta l’approvazione definitiva da parte della Camera del ddl Buona Scuola, in linea con il drastico giudizio già espresso da Domenico Pantaleo, segretario del sindacato di categoria (“Oggi è stata scritta un’ulteriore pagina nera per la nostra democrazia“).

La legge non solo dimostra l’arroganza di un governo che non ha mai avuto intenzione di ascoltare davvero chi nelle aule lavora tutti i giorni, dietro la cattedra o dietro i banchi, ma non risponde alle esigenze di cambiamento della scuola italiana“, prosegue Fracassi. La dirigente sindacale contesta la legge sia nel metodo che nel merito. Per quanto riguarda il primo sostiene che “al di là delle dichiarazioni, è stata scelta una strada di chiusura e contrapposizione, partita da un finto confronto e da una finta consultazione e passata per l’apposizione della fiducia in Senato“.

Per quanto riguarda il merito “nessuna delle richieste avanzate in questi mesi dal mondo della scuola è stata presa in considerazione: lotta alle disuguaglianze e alla dispersione, diritto allo studio, piano pluriennale di assunzioni e superamento dei nodi sull’organico e sulla dirigenza non rientrano nel testo della legge“. Per Fracassi particolarmente grave è poi “la sorta di ricatto con cui si è voluto contrapporre la stabilizzazione di parte del personale con un confronto parlamentare pienamente democratico“.

Permangono tutti gli elementi di criticità che abbiamo denunciato“, ribadisce il segretario confederale della Cgil, secondo cui “i passaggi in Commissione e in aula non hanno portato a modifiche sufficienti a evitare le inefficienze e l’arretramento che le norme approvate produrranno“. “Per questo la partita non è chiusa, rilanceremo la discussione e le iniziative, e – conclude – non rinunceremo alla battaglia per qualificare realmente il nostro sistema di istruzione e dare una chance in più al nostro Paese“.