
Ddl scuola, per il M5s conduce alla desertificazione culturale
“La scuola pubblica statale fornirà sempre più un diritto allo studio solo di facciata, mentre l’accesso a una formazione adeguata sarà appannaggio di una minoranza della popolazione, economicamente in grado di investire per il futuro dei propri figli. Il progetto di Renzi è chiaro: desertificare culturalmente il paese per abbattere le conquiste civili. Vogliono sudditi da usare, inconsapevoli e subordinati”. Lo affermano i parlamentari del MoVimento 5 Stelle dopo il voto negativo dato alla Camera al Ddl Istruzione.
“Per noi cittadini che mettono al centro l’impegno e la partecipazione civile – continuano i parlamentari pentastellati –, il giudizio non può che essere negativo dal momento che quella di oggi è una giornata fosca per il Parlamento ma, soprattutto, per il Paese e per il suo futuro. Il Ddl Istruzione farà sentire i suoi effetti nocivi nel tempo attraverso un progetto che, in questo provvedimento, si regge principalmente su due stampelle: i super poteri ai presidi e la sempre maggiore distanza tra scuole di qualità, di serie A, e scuole di serie B”.
“Con la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici – proseguono -, il rischio di clientelismo e di pressioni indebite all’interno della scuola rischia di diventare una realtà. Il potere accentrato nelle mani di una sola persona non porterà maggiore meritocrazia, ma l’esatto contrario”.
“La distinzione tra scuole di serie A e di serie B – spiegano – la stanno realizzando lo ‘school bonus’, che avvantaggerà gli istituti privati e quelli statali che si trovano in territori ricchi. Alle centinaia di milioni che i partiti donano ognianno alle scuole paritarie, contravvenendo all’articolo 33 della Costituzione, adesso hanno aggiunto le detrazioni fiscali anche per le scuole secondarie tra le quali, inoltre, si annidano i diplomifici. Il messaggio è chiaro: rendere il privato sempre più appetibile, per pochi, lasciando che la scuola pubblica statale fornisca un servizio di base, inadeguato rispetto alle reali esigenze”.
“Lo stop al 5 per mille, – reso possibile da un nostro emendamento approvato -, che avrebbe causato un ancora maggiore squilibrio tra scuole di serie A e di serie B – concludono i parlamentari –, è solo un tampone rispetto al progetto del Governo e la sua marcia indietro, per adesso, è stata determinata solo da problemi di copertura finanziaria. La battaglia non è finita: si sposta al Senato e anche lì faremo tutto ciò che è in nostro potere per fermare questa barbarie”.
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