Cgil e Cisl nazionali chiedono una rapida stabilizzazione dei precari

Scendono in campo anche i segretari generali dei sindacati per chiedere rapidità nella stabilizzazione dei precari.

In particolare, la Cisl chiede al Governo di “mantenere le promesse” sull’assunzione dei lavoratori precari della scuola. “Noi chiediamo per tutto il personale della scuola – dice il segretario generale, Annamaria Furlan –  che chi ha fatto promesse le mantenga, perché non si scherza col destino delle persone, né si può giocare con i loro diritti“.

Tocca al governo – si legge in una nota che riporta stralci di una intervista – trovare i modi e gli strumenti che gli consentano di agire con la necessaria rapidità. E abbiamo già detto che in questo senso aiuta più la condivisione che la presunzione di fare da soli. Sarebbe interessante capire qual è la  misura  che garantirà l’assunzione dei precari: da settembre ad oggi, infatti, è cambiata tante volte da risultare, al momento, del tutto imprecisata. Anche qui, si è preferito “dare i numeri” e con quelli stupire, piuttosto che mettere in campo due obiettivi precisi: dare alle scuole tutti i posti necessari per funzionare bene, coprirli con lavoro stabile, superando la piaga di una precarietà troppo diffusa e inaccettabile”.

Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, (AUDIO) chiede al Governo di smetterla con gli annunci sulla scuola e di affrontare al più presto la stabilizzazione dei lavoratori precari del comparto: “Siamo di nuovo di fronte ad annunci ripetuti senza avere chiari gli obiettivi. La preoccupazione è che più in là si va nel tempo meno è credibile che ci sia per il prossimo anno scolastico l’effettiva stabilizzazione precari”.

Secondo Camusso “si continua a non conoscere quali siano i criteri e le scelte. È sbagliato per il Paese – dice –  che non si affronti il tema degli insegnanti, della stabilità dell’istruzione mentre si continuano a concedere risorse alle scuole paritarie e private che è esattamente l’opposto del dettato costituzionale che garantisce il diritto allo studio e assume la responsabilità pubblica della garanzia dell’istruzione”.