
Bertolini (La Voce dei Giusti) a Tuttoscuola: 107 e concorso, binomio diabolico
Governo, ministro e riforma bocciati su tutta la linea
Francesca Bertolini è la Presidente dell’associazione sindacale ‘La Voce dei Giusti’ (Associazione per la difesa dei diritti dei docenti e dei lavoratori), e dire che è arrabbiata significa usare un eufemismo. Ce l’ha con il governo, ce l’ha con il premier Matteo Renzi, ce l’ha con la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini, ce l’ha con la cosiddetta “Buona Scuola”, ce l’ha con il maxi-concorso. “C’è qualcosa di diabolico e tremendo nel binomio Buona Scuola e Concorso – spiega la Bertolini ai nostri taccuini. Nonostante tali termini istighino nei più un senso di compiacimento e sicurezza ripotando la mente al principio meritocratico, di trasparenza e democrazia, in realtà niente di tutto questo ha a che fare con la riforma della scuola voluta dal governo e la recente pubblicazione dei bandi del concorso a cattedra. Anzi, a dirla tutta, in questi mesi non si è fatto altro che mentire”.
Lei quindi dà del bugiardo all’esecutivo?
“E’ stato detto che con il piano straordinario si sarebbero stabilizzati tutti i precari… non è vero, almeno un terzo dei docenti stabilizzati con tale piano non erano affatto dei precari, ma soggetti con poca o nessuna esperienza di insegnamento, o docenti che avevano operato presso scuole paritarie spesso già stabilizzati presso tali enti. La metà dei precari, quelli veri, anche con dieci o più anni di servizio presso scuole statali, non ha partecipato a tale piano straordinario. Con il cuore ricolmo di rabbia e disperazione, tali soggetti hanno visto i loro posti di lavoro assegnati a persone che precari non erano, mettendo a rischio il proprio lavoro e futuro, e vedendo violati i loro più basilari diritti. La maggior parte di loro tuttavia è stata assunta nuovamente in qualità di precario nell’anno in corso su cattedra annuale o supplenza. Ebbene sì, nonostante l’ondata di stabilizzazioni, l’aumento dei posti disponibili unito all’elevato numero di pensionamenti ha fatto sì che il numero degli assunti in ruolo coprisse a malapena i posti in aggiunta resisi disponibili per l’anno in corso. Il risultato di tutto questo, è che il numero dei precari è rimasto stabile!”.
Dopo tanti anni però almeno è stato bandito un nuovo concorso?
“Per ciò che concerne il nuovo concorso a cattedre va detto che anche in questo caso, circa la metà dei docenti pecari attualmente alle dipendenze del MIUR non potrà prendervi parte.. Stiamo parlando del personale docente assunto mediante lo scorrimento delle Graduatorie di Circolo e d’Istituto di III fascia, docenti anche con più di 10 anni di servizio prestato senza demerito alle dipendenze del MIUR, che ora di punto in bianco non solo si vede negare l’accesso alla possibilità di essere stabilizzato, ma anche la possibilità di restare semplicemente precario.
Secondo infatti quanto riportato dall’art. 1, comma 131 della L. 107, La Buona Scuola, è previsto che “A decorrere dal 1°settembre 2016, i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati con il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, per la copertura di posti vacanti e disponibili, non possono superare la durata complessiva di trentasei mesi, anche non continuativi”. Quindi per dirla in breve, il personale che avrà superato i 36 mesi di servizio non potrà più essere assunto! Tali lavoratori, che ai sensi delle normative comunitarie e nazionali avrebbero maturato il diritto all’assunzione in ruolo o per lo meno alla precedenza nelle assunzioni a tempo determinato e indeterminato vedranno le loro aspettative sistematicamente violate in nome di ‘un principio meritocratico’, così come presentato da Renzi e dal suo Governo, che all’assunzione di un soggetto con pluriennale esperienza e ‘meriti riconosciuti’, preferisce invece quella di un giovane senza esperienza e con titoli e punteggi quasi sempre inferiori ai primi!”.
Ci permetta, sembrano ragionamenti anti-giovani…
“Anche per chi potrà partecipare al concorso e riuscirà ad oltrepassarne le prove risultandone idoneo e piazzandosi magari ai primi posti le cose potrebbe non andare meglio. Stando infatti alle disposizioni di cui alla legge 107, La Buona Scuola, l’assunzione in ruolo non avverrà mediante uno ‘scorrimento ordinato’ delle graduatorie concorsuali, ma la selezione avverrà discrezionalmente da parte dei dirigenti, a cui è imposto il solo obbligo di selezionare il personale da assumere dalle liste degli idonei concorsuali, senza però rispettarne l’ordine di punteggio. In altre parole potrebbe benissimo accadere che gli ultimi siano i primi ad essere assunti, mentre i primi permangano inutilmente per tre anni in graduatoria senza essere chiamati, scaduti i quali, tali graduatorie saranno invalidate ed essi per avere una nuova chances di assunzione dovranno risultare idonei ad una nuova procedura concorsuale avente le medesime caratteristiche di quella precedentemente oltrepassata!”.
Per la prima volta però si introduce un criterio meritocratico.
“Per chi ancora pensasse che comunque assumere personale risultato idoneo ad una procedura concorsuale possa seppur avere una qualche valenza meritocratica, e che vi sia comunque qualcosa di buono, nonostante i limiti e i problemi fino a qui enunciati lo invitiamo a togliersi questo pensiero dalla mente. I commissari d’esame del concorso, ovvero coloro che si occuperanno della valutazione dei docenti e delle loro prove, secondo le disposizioni del MIUR, riceveranno una ‘paga da fame’… poco più di 50 centesimi per ogni prova corretta! A meno che non si voglia partire dall’assunto che le commissioni siano composte per intero o per lo meno dalla maggior parte da santi votati al martirio, appare evidente che le valutazioni saranno eseguite in modo grossolano e frettoloso, ci si attende anzi che come venne segnalato per le prove del precedente concorso a cattedre bandito dal MIUR, che la metà delle prove non siano nemmeno corrette ed esaminate!”.
Ci sembra di capire che la vostra analisi, anche giuridica, è nettamente negativa.
“Date tali premesse, appare evidente che le censure che si possono operare in punto di diritto sulla Legge 107 in combinato disposto con i bandi concorsuali, sono numerose. L’argomento richiederebbe a tal riguardo per una esaustiva esposizione molto tempo e pagine. Per brevità ci limitiamo ad elencarne alcune. – VIOLAZIONE DIRITTO DEL LAVORO: La lesività delle misure esposte in premessa appare fin da subito palese. Lo scopo dei tre bandi non è quello di selezionare i meritevoli dando allo stesso tempo ai precari la possibilità di poter essere stabilizzati, ma al contrario essi appaiono redatti con l’intento di giustificarne la definitiva estromissione dal mondo del lavoro. Tali misure appaiono in evidente contrasto non solo con la normativa nazionale e la Costituzione, ma invero è che la direttiva 70/1999/CE, in combinato disposto con la “Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori”, prevede che i singoli stati membri debbano adottare non solo misure al fine di prevenire e sanzionare l’abuso dei contratti a tempo determinato, ma che tali misure portino ad un ravvicinamento e a un miglioramento delle condizioni di lavoratori degli stessi. Se da precario si diviene disoccupati questo miglioramento non solo è inesistente, ma invero nemmeno si può dire di aver eliminato il problema del precariato, giacchè i nuovi precari, che sostituiranno i vecchi, saranno ancor meno tutelati dei primi, e tutto ciò risulta non solo illegittimo, ma anche immorale. – ILLEGITTIMA ESCLUSIONE DEI DOCENTI DI III FASCIA D’ISTITUTO: In merito all’esclusione e discriminazione dei docenti precari di III fascia d’Istituto estromessi da tale procedura, oltre a premettere che già in coincidenza dell’ultimo concorso, gli esponenti dell’associazione, al fianco degli avvocati Bonetti e Delia non solo impugnarono il bando ma furono i primi ad ottenere giustizia sulla soglia, sulle prove selettive, sulla valutazione delle griglie nella prova scritta, ma anche sul diritto di tutto il personale docente di III fascia, inclusi i laureati dopo il 2003/04 a partecipare a tale procedura”.
Quindi…
“Con ciò premesso, è bene precisare che l’esclusione dal concorso di personale che abbia operato per anni alle dipendenze del MIUR senza demerito, in quanto assunto mediante lo scorrimento di graduatorie redatte e stilate secondo criteri stabiliti dalla stessa amministrazione volti a graduare il merito, valide a tutte gli effetti come una pratica concorsuale per soli titoli, deve ritenersi non solo irragionevole, ma invero deve ritenersi illegittima. Ai sensi dell’art. 5 del D.P.R. n. 487/94, infatti, è criterio di preferenza in caso di parità di punteggio “l’aver prestato lodevole servizio a qualunque titolo, per non meno di un anno nell’amministrazione che ha indetto il concorso”. Ai sensi dell’art. 3, invece, sempre con riguardo alla categoria dei soggetti già assunti presso la P.A., è disposto che sono esclusi coloro “che siano stati destituiti o dispensati dall’impiego presso una pubblica amministrazione per persistente insufficiente rendimento, ovvero siano stati dichiarati decaduti da un impiego statale, ai sensi dell’articolo 127, primo comma, lettera d), del testo unico delle disposizioni concernenti lo statuto degli impiegati civili dello Stato, approvato con D.P.R. 10 gennaio 1957, n. 3”. Solo in tale ipotesi, pertanto, è plausibile l’esclusione di un concorrente già assunto dalla P.A. (e non per aver conseguito una laurea in un periodo o in un altro) giacché ove, invece, costui abbia prestato servizio senza reprimende non solo va ammesso ma il suo servizio lo aiuterà a scalare le graduatorie. E mi consenta di aggiungere un’altra cosa”.
Prego…
“L’associazione La Voce dei Giusti ritiene inoltre che la discriminazione dei precari ‘non abilitati’ patita nei confronti dei colleghi ‘abilitati’ debba ritenersi del tutto priva di giustificazione, giacché tanto i primi quanto i secondi devono ritenersi allo stesso modo qualificati. Nell’invitare ognuno a visionare il video presente al seguente link: http://abilitazione.vocedeigiusti.it, sul punto va ulteriormente precisato quanto segue:
– Secondo la normativa nazionale le professioni per le quali è richiesto il possesso di valida abilitazione sono quelle professioni che prevedono l’albo in albi o ordini costituzionali;
– In aggiunta a ciò è bene sapere che è la stessa normativa a prevedere che non può essere retribuito colui che abusivamente esercita una professione regolamentata privo delle necessarie qualifiche;
– Il Codice Penale aggiunge inoltre il reato di Abuso di Professione Regolamentata. Secondo l’art. 348 infatti coloro che esercitano una professione regolamentata senza la prescritta qualifica richiesta, sono punibili con la reclusione e un’ammenda.
Ma non è tutto, gli esponenti dell’associazione, hanno infatti scoperto e rinvenuto che la Corte Costituzionale, il più importante e autorevole organo giudiziario, a seguito della denuncia operata nei confronti di 50 persone, tra cui 43 docenti (non abilitati), 6 dirigenti scolastici e un provveditore per esercizio abusivo della professione regolamentata di docente e concorso nello stesso reato, assolse tutti gli imputati, dichiarando che l’abilitazione all’insegnamento non è requisito necessario all’insegnamento e che l’amministrazione può pacificamente sostituire tale verifica con altri mezzi. Per dirla in breve, l’abilitazione all’insegnamento è solo il nome di una qualifica che può essere inteso come titolo di specializzazione, ma non come titolo esclusivo di accesso alla professione di insegnante. I docenti precari di III fascia devono ritenersi a tutti gli effetti, al pari dei colleghi abilitati, qualificati all’insegnamento, in quanto i loro titoli da oltre mezzo secolo sono stati definiti dai decreti mediante cui l’aggiornamento delle graduatorie di circolo e d’Istituto sono avvenute, possessori di titoli validi all’insegnamento e idonei”.
Insomma, farete un po’ di ricorsi….
“Con quanto premesso, l’associazione La Voce dei Giusti comunica la propria volontà ad avviare una serie di ricorsi collettivi e pilota in collaborazione con lo Studio Legale Bonetti Michele & Patners volti ad ottenere l’ammissione alle prove concorsuali di tutti gli esclusi, siano essi docenti precari o di ruolo, ad effettuare singole censure sulle modalità di svolgimento di tale pratica, nonché ad annullare tutta la procedura concorsuale e la Buona Scuola. Chi desidera partecipare o saperne di più potrà collegarsi al nostro sito. Questo il link del ricorso al concorso: https://sites.google.com/site/vocedeigiusti/home/comunicati/ricorsoconcorso”.
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