
Uil: sì al Referendum, ma la 107 si può cambiare
Massimo impegno del sindacato nella raccolta delle firme sui singoli quesiti, ma il Parlamento può modificare le norme sbagliate e evitare il Referendum
Il referendum sulla legge 107, necessario secondo i promotori per abrogare norme sbagliate, è – secondo il giudizio espresso oggi dalla Uil Scuola riunita a Roma per la riunione nazionale dei segretari regionali – “una strada incerta e difficile che accentua lo scontro politico e rischia di trasformarsi in una resa dei conti extraparlamentare, per coloro che, nelle aule parlamentari, avrebbero potuto e dovuto fare di più e meglio per impedire l’approvazione di norme sbagliate”.
Per la Uil Scuola “l’assunto di partenza è la volontà di risolvere i problemi del personale attraverso l’azione sindacale. Per questo si valuteranno nel merito i quesiti referendari. E’ sui singoli quesiti, infatti, che si attiverà l’intervento del sindacato per favorire un esito mirato del referendum abrogativo che è pur sempre un mezzo costituzionale di democrazia partecipativa”.
Il sindacato non si nasconde le difficoltà: “Il risultato del referendum – si legge in una nota – si pone in un quadro di esiti incerti, se letto nell’ottica della soluzione dei diritti lesi dei lavoratori”. Ma “sarà comunque un modo per riaccendere un dibattito attenuato dalla campagna di propaganda governativa e per confermare la fiducia nella ragione e nel buon senso delle persone che saranno chiamate ad esprimere un voto per il futuro del paese”.
Il sindacato si attiverà per raccogliere nelle scuole “tantissime firme”, e farà la sua battaglia. Tuttavia, conclude il sindacato guidato da Pino Turi, “Il Parlamento per evitare l’esposizione sui quesiti referendari potrebbe modificare esso stesso le norme sbagliate della 107/2015 e (ri)dare voce ai cittadini per aprire un dibattito pubblico sul futuro della scuola pubblica”.
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