6. Piani di studi personalizzati

1. Cosa sono
2. Chi li predispone e chi li gestisce
3. Di cosa sono fatti – Le Unità di apprendimento

Una delle innovazioni più caratteristiche della riforma del sistema di istruzione e di formazione si concentra sulla teoria e sulla pratica dei Piani di Studio Personalizzati, che costituiscono forse l’elemento portante del nuovo sistema di studio.

1. Cosa sono
I Piani di Studio Personalizzati (psp) sono il percorso d’istruzione che la scuola costruisce per ciascun alunno, personalizzandolo nella progettazione, nello svolgimento (le unità di apprendimento) e nella verifica (portfolio delle competenze).
Quando la riforma andrà a regime, questi percorsi costituiranno un vincolo nazionale che tutti dovranno rispettare e che lo Stato ha il dovere costituzionale di indicare, anche dando spazio ad intese per una quota regionale. Nel Piano di studi l’istituzione scolastica può già disporre, se lo ritiene opportuno e in forza del decreto 234/2000, di una propria quota di istituto fino al limite del 15%.
Sempre con riferimento alla norma a regime, “Le istituzioni scolastiche, rispettando i vincoli organizzativi di orario, di organico e di funzioni elencati nelle Indicazioni nazionali, sono tenute a trasformare gli “obiettivi generali del processo educativo” e gli “obiettivi specifici di apprendimento” (conoscenze e abilità) prima in obiettivi formativi individuali e poi, grazie all’articolazione delle attività educative e didattiche, nelle competenze educative, culturali e professionali finali di ciascuno.”
Non si tratta quindi di dare attuazione ad insegnamenti individualizzati, che pur restano una metodologia didattica importante, quanto di strutturare l’intero itinerario scolastico di ciascun alunno secondo esigenze e capacità personali, stipulando con lui un contratto formativo che lo impegni e lo responsabilizzi (portfolio).

2. Chi li predispone e chi li gestisce
La scuola ha la responsabilità progettuale dell’attività formativa, insieme ai docenti di classe che devono costruire i percorsi formativi. Materialmente le “indicazioni” e le “raccomandazioni” ministeriali non specificano modi e criteri di determinazione dei piani di studio e della loro progettazione, lasciando quindi alle singole istituzioni scolastiche – responsabili della progettazione e della gestione – piena autonomia di determinazione sul piano concreto di attuazione. Ovviamente nell’attuale progetto di innovazione tale facoltà è comunque riferita solamente alla quota d’istituto del 15% degli obiettivi specifici di apprendimento definiti all’interno delle “Indicazioni nazionali”.
Poiché i Piani di studio devono confluire nel Piano dell’Offerta formativa di istituto (Pof), diventandone parte integrante, si può ritenere che essi vadano definiti formalmente, classe per classe, dopo un preliminare esame sintetico delle situazioni personali e delle esperienze formative pregresse di ciascun alunno.
La personalizzazione dei Piani di studio non comporta necessariamente una definizione separata del Piano per ciascun alunno.
Molto sinteticamente i Piani di studio personalizzati potrebbero essere costituiti da:
• una anamnesi degli aspetti personali, delle caratteristiche, delle potenzialità e delle principali esperienze formative dell’alunno, attingendo eventualmente dal porfolio della scuola dell’infanzia;
• obiettivi formativi generali;
• fasi e tappe del percorso formativo.
Ai fini della valorizzazione dei Piani di Studio Personalizzati, può essere produttivo far coincidere il periodo utile per l’offerta delle attività didattiche da parte delle istituzioni scolastiche con l’intero anno scolastico (monte ore annuo a gestione flessibile, come previsto dall’autonomia didattica e organizzativa di cui agli articoli 4 e 5 del Dpr 275/1999 di regolamentazione dell’autonomia scolastica).
In questa modo ogni istituzione scolastica, grazie all’autonomia organizzativa e didattica di cui dispone, può distribuire a livello mensile, settimanale e giornaliero il monte ore annuale delle lezioni in base alle esigenze di apprendimento degli allievi, ai risultati finali da raggiungere e alle esigenze avanzate dalle famiglie e dal territorio.
Una flessibilità che corrisponde all’esigenza della “personalizzazione” dei Piani.
La verifica periodica dei Piani deve essere effettuata dal team dei docenti della classe su iniziativa del docente coordinatore che si avvale anche degli elementi significativi registrati sul portfolio, integrandolo alla luce delle valutazioni espresse dal team medesimo.

3. Di cosa sono fatti – Le Unità di apprendimento
“Gli obiettivi formativi, le attività, le modalità organizzative, i tempi ed i metodi necessari per trasformarli in competenze degli allievi, nonché le modalità di certificazione delle competenze acquisite, vanno a costituire le Unità di Apprendimento del Piano di Studio Personalizzato di ciascun alunno, da cui si ricava documentazione utile per la compilazione del Portfolio delle competenze individuali.”
Le Unità di Apprendimento sono pertanto costituite dagli obiettivi formativi, dalle scelte dei metodi e dei contenuti, dalle modalità di verifica e di valutazione in cui si strutturano i Piani di Studio Personalizzati.
Le indicazioni per i piani di studio personalizzati, a partire dal primo anno della scuola primaria, si fondano sui campi di esperienze della scuola dell’infanzia, tenendo conto del grado di partecipazione e di maturazione degli alunni relativamente alle attività educative svolte in quell’ordine di scuola.
L’insieme delle unità di apprendimento costituisce il Piano di Studio Personalizzato, che resta a disposizione delle famiglie e da cui si ricava documentazione utile per la compilazione del Portfolio delle competenze individuali.

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