
17 marzo/1. Scuole aperte: Giuliano Amato
“Se il tema primario è quello di sintonizzare le generazioni più giovani sul senso dell’unità nazionale, un giorno di scuola può rispondere allo scopo più di un giorno di vacanza”.
E’ questo, in sintesi, il pensiero espresso da Giuliano Amato, presidente del Comitato dei garanti per la celebrazione del 150° anniversario dell’Unità italiana, in una lettera indirizzata al direttore del Corriere della Sera, giornale che nelle scorse settimane non aveva lesinato lo spazio ai sostenitori della tesi opposta, favorevoli alla chiusura anche dei luoghi di lavoro, da ultimo lo storico Giovanni Belardelli (“La presidente di Confindustria ha dichiarato di approvare l’istituzione della festa, ma non si capisce bene in che cosa questa si distinguerebbe da un normale giorno feriale una volta che tutti lavorassero percependo l’usuale salario”).
Due sono gli argomenti presentati da Amato a sostegno della sua tesi. Il primo è strettamente giuridico: la legge approvata dal Parlamento stabilisce che il 17 marzo 2011 “sia solennità civile, ma non ha inteso richiamare le norme che fanno della solennità civile una festa non lavorativa”.
Il secondo argomento è di tipo lato sensu pedagogico: piuttosto che un giorno di vacanza supplementare servirebbe “un giorno di scuola senza interrogazioni né compiti in classe, ma con proiezioni, spettacoli, eventi e dibattiti legati al 150°”. Cosa che si potrebbe fare a suo avviso anche nei luoghi di lavoro.
A questo punto, osserva Amato, “tocca alla politica” decidere se rendere il 17 marzo 2011 una giornata festiva a tutti gli effetti. Ma “innegabilmente”, conclude pessimisticamente l’ex presidente del consiglio, “tra tali effetti vi sarebbe anche che chi può si mette in autostrada, come accade ormai per tutte le grandi ricorrenze civili o religiose”.
Sulla stessa linea di Amato il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini: “personalmente credo che il modo migliore per celebrare l’Unita’ d’Italia all’interno delle scuole non è dare un giorno di vacanza in più, ma trascorrere quella giornata non tra lezioni ordinarie, ma dedicandole ad approfondimenti dedicati ai temi del Risorgimento e ai 150 anni della storia del nostro Paese. Credo – ha concluso – che sia questo il modo per valorizzare anche l’introduzione all’educazione alla cittadinanza”. La Gelmini ha comunque ribadito che sarà il Consiglio dei Ministri a decidere collegialmente come meglio valorizzare questo anniversario.
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