Tuttoscuola: Non solo statale

Standard formativi minimi, un impianto filiforme

Gli standard formativi minimi approvati dalla Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 15 gennaio 2004. che riguardano le competenze di base e non quelle relative alle aree tecnico-professionali, dovrebbero costituire il punto di riferimento unitario per la progettazione dei percorsi triennali sperimentali finalizzati al conseguimento di una qualifica professionale riconosciuta e spendibile a livello nazionale.
Ma intanto i corsi sono già partiti in tutte le Regioni (eccetto quelle nelle quali non risultano ancora sottoscritti gli accordi territoriali o interistituzionali), e in alcune di queste sono già al secondo anno. In che rapporto si pongono con i nuovi standard?
I protocolli d’intesa mettono in evidenza oltre a una difformità quantitativa di contenuti, anche un quadro articolato e diversificato circa i criteri e le modalità di progettazione e realizzazione dei percorsi triennali.
E per la verità gli standard apprestati sono proprio minimi, nel senso di esili, quasi impalpabili, e anche un po’ camaleontici, perché ciascuna Regione potrà contestualizzare le competenze richieste, e sarà responsabile della loro valutazione e certificazione, e anche di quella dei crediti in ingresso, durante e in uscita dai percorsi.

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