Tuttoscuola: Non solo statale

Scuole paritarie/1. Si riparla di finanziamento

Siccome le scuole paritarie costano, sto pensando a una riforma che dia la possibilità di accedere a un bonus a chi vuole frequentarle“. Queste sono le poche parole pronunciate a riguardo da Mariastella Gelmini nell’ampia intervista sul rapporto OCSE rilasciata al Corriere della Sera dello scorso 18 giugno.

Ma è bastato questo breve accenno alla possibilità di riaprire il capitolo del sostegno finanziario alle famiglie che scelgono di iscrivere i loro figli alle scuole paritarie per sollevare un’ondata di speranze e di polemiche. Speranze delle scuole paritarie, e dei genitori dei loro alunni, di abbattere finalmente il muro del divieto di finanziamento eretto dal terzo comma dell’art. 33 della Costituzione (“Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo Stato“), e polemiche da parte dei difensori dell’interpretazione di tale comma in senso assolutamente preclusivo di qualunque forma diretta o indiretta di sostegno finanziario alle scuole non statali, comprese quelle paritarie.

L’Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche), che aveva tenuto il suo recente congresso proprio sul tema della parità anche in senso economico, plaude alla sortita del ministro, e così la FISM (Federazione italiana delle scuole materne). Anche il Forum delle Associazioni familiari esprime “soddisfazione”, ma invita alla prudenza, considerando “prematuro, in questa fase, entrare nel merito della ‘forma’ da dare a questo nuovo finanziamento“.

Il problema, tuttavia, è destinato ad entrare nell’agenda della politica: lo stesso ministro – non a caso, crediamo – lo ha inserito in un quadro di rinnovamento dell’intera offerta formativa pubblica, e dunque anche paritaria, ispirato ai principi della concorrenza, del merito e degli incentivi all’innovazione.

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