Tuttoscuola: Non solo statale

Scuole paritarie: un bonus da pochi euro

33 euro all’anno per le famiglie che iscrivono figli alle scuole paritarie: il Parlamento ha approvato in extremis una misura vista con sfavore da molti e che accontenterà pochissimi. Lo stanziamento annuo previsto dall’art. 2 comma 7 della Finanziaria 2003, dopo aver sollevato un vespaio di critiche, potrebbe infatti rivelarsi ben poca cosa.
Se i 30 milioni di euro stanziati per il 2003-05 fossero distribuiti sotto forma di contributo o (improbabilmente) di deduzione fiscale ai 915 mila alunni che frequentano le scuole paritarie italiane, ne deriverebbero mediamente circa 33 euro annui ad alunno (65 mila delle vecchie lire).
Se si vuole rendere appena appetibile il contributo, assegnando un contributo di 200 mila delle vecchie lire (103 euro), si accontenterebbero circa 290 mila famiglie. Se si volesse corrispondere un bonus di mezzo milione di vecchie lire (258 euro), sarebbero 116 mila gli alunni beneficiati.
Infine, con un bonus di un milione di vecchie lire (516 euro) i beneficiari sarebbero 58 mila (http://www.tuttoscuola.com/ts_news_83-3.doc ).
Va tenuto conto in ogni caso che alcune regioni (es. Veneto, Lombardia) già corrispondono dei buoni scuola.
La decisione ha suscitato come di consueto reazioni diverse, ma riteniamo che debba essere affrontata in modo razionale e non ideologico, partendo dall’assunto che la scuola statale e quella paritaria si collocano all’interno del sistema pubblico di istruzione nazionale.
E in quest’ottica la ratio dell’intervento finanziario sembra essere nel riconoscimento della persona come soggetto primario del processo formativo e nell’incentivo a dare più spazio alle scelte dei singoli e alle offerte dei corpi intermedi sul territorio (gestori privati, enti locali).
Forse è presto per affermare che con questo provvedimento di modesta entità si è aperta una strada verso l’effettiva libertà di scelta educativa. Il futuro servirà da verifica, sempre che non finisca tutto come per i rimborsi dell’autoaggiornamento, riconosciuti con un importo simbolico un anno, e poi negati sin dall’anno successivo.

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