Tuttoscuola: Non solo statale

Scenari 2012/1. Obbligo a 17 anni

In un’ampia intervista rilasciata a Il Mattino il ministro Profumo ha accennato, tra l’altro, alla prospettiva del prolungamento dell’obbligo scolastico fino a 17 anni, che dovrebbe riguardare, in particolare, le fasce giovanili appartenenti alle famiglie più povere, che sono anche le più toccate dal fenomeno dell’abbandono scolastico.

L’obiettivo”, ha detto Profumo, “è evitare che i ragazzi lascino la scuola in età precoce, un traguardo che si può raggiungere prolungando il percorso dell’obbligo scolastico con le qualifiche professionali. Questo consentirebbe di far entrare i ragazzi nel mondo del lavoro più maturi e più robusti, riducendo così anche l’abbandono scolastico”.

Da notare che il ministro ha parlato, almeno in questa intervista, di obbligo ‘scolastico’, non di obbligo ‘di istruzione’, probabilmente perché la recente riprogrammazione dei fondi comunitari in favore delle scuole del Sud beneficiarie dell’obiettivo ‘Convergenza’ (Campania, Puglia, Calabria, Sicilia) assegna un ruolo importante agli Istituti professionali di Stato, che in accordo con le Regioni di appartenenza potranno continuare a rilasciare qualifiche professionali alla fine del terzo anno (come d’altra parte gli IPS facevano anche prima delle recenti riforme dell’istruzione secondaria superiore).

E’ probabile che Profumo non intendesse in tal modo escludere i corsi triennali promossi e organizzati dalle Regioni (corsi IeFP), legittimati a rilasciare qualifiche professionali, ma certo è che nelle citate quattro Regioni (e per la verità anche in alcune altre) il sistema regionale di istruzione e formazione professionale appare, anche per oggettive carenze di ordine finanziario, ancora non in grado di garantire la copertura totale del servizio. Gli IPS, in regime di sussidiarietà, possono concorrere alla erogazione di un servizio molto apprezzato dall’utenza e dal mondo delle imprese.

Ma la vera sfida sarà quella di abbattere i tassi di ripetenza e dispersione fino ai 17 anni in tutta Italia. Come ha evidenziato il “2° Rapporto sulla qualità nella scuola” la dispersione dopo il primo biennio dei licei e degli istituti tecnici e professionali è superiore nel Nord Ovest che nel Sud. E non si può combattere la battaglia dei drop out senza l’apporto decisivo dei centri di formazione professionale accreditati dalle Regioni, il cosiddetto privato sociale: passa anche dalla loro valorizzazione il rafforzamento del sistema formativo, autentico volano della crescita nel lungo periodo.

Forgot Password