Tuttoscuola: Non solo statale

Riforma Moratti: ma intanto il TAR azzoppa Intesa con Lombardia

Dopo l’alt imposto da alcuni tribunali amministrativi regionali sulla vicenda delle Siss, poi confermato dal Consiglio di Stato, ancora una volta le decisioni del Miur vengono stoppate dalla magistratura.
Questa volta all’esame di un giudice è finita la questione dell’obbligo scolastico.
Lo scorso 12 dicembre il TAR della Lombardia ha accolto il ricorso presentato dalla Cgil Scuola lombarda contro l’Intesa Moratti-Formigoni sull’assolvimento dell’obbligo scolastico anche nei centri di formazione professionale (non “istituti”, come ha scritto un autorevole quotidiano milanese, creando confusione: gli istituti professionali sono scuole a tutti gli effetti). Il ricorso riguardava la convenzione sottoscritta da un CFP di Pavia con un Istituto professionale della stessa città, ma analoghe convenzioni (33) sono state promosse in tutta la Lombardia, ed è chiaro che anch’esse sono a rischio di sospensione.
L’assessore regionale lombardo Guglielmo minimizza. Basterà, secondo lui, correggere la convenzione di Pavia. L’esatto contrario di quanto sostenuto dalla Cgil Scuola nazionale, che ha chiesto al Ministro di sospendere non solo l’attuazione dell’intesa con la regione Lombardia, ma anche quelle sottoscritte negli scorsi mesi in Piemonte, Liguria, Veneto, Molise, Lazio e Puglia. Altrimenti saranno presentati altri ricorsi ai rispettivi TAR.
Insomma, un gran pasticcio per i circa 400 allievi lombardi che hanno scelto di iscriversi ai corsi sperimentali, che secondo la Cgil contravvengono – sotto le mentite spoglie di una sperimentazione – alla vigente legge sull’elevamento dell’obbligo scolastico a 15 anni.
C’è da chiedersi come mai nessuno al ministero – ufficio legislativo, dipartimento, direzione generale centrale competente e direzione regionale – ha avuto dubbi sulla praticabilità della modifica di un aspetto fondamentale dell’ordinamento, quale quello dell’obbligo scolastico (sancito per legge), con il ricorso alla convenzione (atto squisitamente amministrativo). E perché nessuno si sia preoccupato di dare garanzie ai ragazzi, che invece di frequentare la scuola secondaria superiore si sono iscritti a corsi (ad esempio per estetista) nei CFP. Ora che faranno?
È grave infine che ancora una volta la magistratura sia chiamata a intervenire su una materia che sembra essere sfuggita ai meccanismi di regolazione degli attori istituzionali.

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