Tuttoscuola: Non solo statale

Oggi il ‘manifesto’ del mondo cattolico per il rilancio dell’istruzione

E’ un programma in dieci punti quello che le Acli (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiane, Compagnia delle Opere, Salesiani Don Bosco) presentano oggi in tema di giovani e futuro. ‘Rilanciare l’istruzione e formazione professionale (IeFP)’ ha infatti l’obiettivo di sviluppare “l’istruzione e la formazione professionale (IeFP) come risorsa strategica per combattere gli abbandoni scolastici e aiutare i giovani a entrare nel mondo del lavoro”.

Uno dei punti cardine è quello di garantire a tutti la possibilità di scelta, cioè far sì che in tutte le regioni italiane l’offerta dei percorsi di IeFP sia aperta ai giovani che desiderano valorizzare i loro talenti, anche attraverso la riscoperta dei mestieri e della manualità. Si tratta – spiegano nel manifesto – di garantire la possibilità di assolvere l’obbligo di istruzione e adempiere il diritto/dovere all’istruzione e alla formazione sino al conseguimento di almeno una qualifica professionale entro i 18 anni. Altro punto fondamentale è quello della lotta alla dispersione scolastica: come spiega il documento, occorrono risposte concrete per fronteggiare il problema: la formazione professionale, promossa in modo sussidiario dagli enti di formazione, ha sviluppato un ‘know-how’ e ottenuto risultati che la candidano naturalmente ad essere il fulcro delle politiche di contrasto alla dispersione scolastica, al bullismo e ad ogni forma di marginalizzazione dei giovani.

Un altro passo utile è quello di far funzionare l’apprendistato per l’inserimento lavorativo dei giovani: la struttura produttiva delle nostre imprese richiede che vi sia un sistema di formazione strutturato che si affianchi all’impresa nella fase di inserimento dei giovani. Il sistema della IeFP rappresenta il naturale fulcro per la costruzione di un efficace sistema duale in Italia. Solo così gli istituti come l’apprendistato e gli strumenti quali tirocini, stage e voucher, possono divenire realmente efficaci per l’inserimento lavorativo dei giovani.

È inoltre necessario creare i supertecnici necessari per lo sviluppo delle nostre imprese manifatturiere e i professionisti per la valorizzazione del terziario. In tutte le regioni italiane l’offerta di specializzazione tecnica superiore deve quindi avvenire sia attraverso i percorsi biennali/triennali degli istituti tecnici superiori (Its), sia attraverso i percorsi annuali Ifts.

Si dovrà poi sostenere la formazione lungo tutto l’arco della vita, cioè prevedere un ruolo specifico del sistema della formazione professionale nell’erogazione dei servizi propri delle politiche attive a favore delle persone espulse dal mercato del lavoro o a rischio di perdere il posto di lavoro, anche attraverso un’efficace cooperazione tra la Iefp e i servizi per il lavoro. Per le Acli, occorre passare dalla logica che crea esodati e utilizzo sproporzionato della cassa integrazione, a misure capaci di sostenere realmente il percorso lavorativo lungo tutto l’arco della vita, garantendo sicurezza ai lavoratori e flessibilità alle imprese.

Altro punto è quello di garantire la qualità del sistema formativo, per il cui fine è necessaria l’adozione – da parte del Miur – del regolamento previsto all’articolo 15, comma 4, del D.Lgs. 226/05 e la continuità nell’erogazione delle risorse già previste dall’ordinamento vigente a carico del bilancio dello Stato.

Risorse adeguate dovranno poi essere garantite per la formazione professionale: il finanziamento dell’Iefp dovrà quindi avvenire sia a livello regionale che nazionale sulla base di costi standard su base capitaria e sullo svincolo della relativa spesa sostenuta dalle regioni dal conseguimento degli obiettivi fissati dal patto di stabilità interno.

Al fine di rendere visibile l’offerta formativa, poi, Iefp dovrà essere inserito direttamente sul sito del Miur, cosicché studenti e famiglie ne abbiano conoscenza, in particolare, sulla piattaforma ‘La Scuola in chiaro’.

Le Acli suggeriscono anche di chiarire il quadro giuridico fiscale del sistema della formazione professionale, sburocratizzando gli aspetti procedurali, fiscali e amministrativi che interessano il sistema della formazione professionale a partire dal riconoscimento dei costi standard.

Infine, si dovrà far leva sul ruolo degli enti di coordinamento nazionale della legge 40/87 per rafforzare il sistema di Iefp a livello nazionale e federale; sviluppare i relativi percorsi di istruzione/formazione/lavoro nelle regioni dove la IeFP è più debole; diffondere le buone pratiche realizzate; dare vita ad un sistema nazionale delle qualifiche e dei diplomi professionali, costruito anche con il coinvolgimento delle parti sociali; sviluppare nuove misure formative richieste dalle politiche nazionali ed europee a favore dell’apprendistato; sostenere la cooperazione scuola-formazione-lavoro per l’occupazione dei giovani.

A questo fine, spiegano le associazioni, sarebbe molto utile la previsione di un programma operativo nazionale (Pon) per la Iefp nell’ambito della prossima programmazione 2014/2020 dei fondi strutturali, da realizzare in collaborazione con i Ministeri competenti e le regioni interessate.

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