Tuttoscuola: Non solo statale

Non tutte le polemiche vengono per nuocere

Un documento della Cisl scuola del Lazio su Istruzione e formazione

Per la rilevanza di carattere generale della problematica affrontata riportiamo qui di seguito la nota che la Cisl scuola del Lazio ha pubblicato sul suo sito.

Lo scorso 23 giugno, sul sito della Cisl Scuola del Lazio abbiamo pubblicato un commento, ripreso dalla CISL SCUOLA Nazionale, sulla lettera inviata congiuntamente da CGIL e FLC CGIL al Ministro Gelmini, relativa al riassetto dei percorsi di istruzione e formazione professionale. Come è noto, tali percorsi sono ora di competenza regionale ed assolvibili, previa intesa tra le Regioni e gli Uffici Scolastici Regionali, sia presso i centri di formazione professionale, sia presso gli istituti professionali di Stato.

Nel nostro commento alla lettera della CGIL notavamo l’evidente connotazione negativa con la quale quel sindacato si esprimeva nei confronti della formazione professionale, che, per la CGIL, non costituisce una valida opzione educativa per gli studenti in età di obbligo di istruzione. In buona sostanza, per la CGIL gli studenti debbono necessariamente permanere nella scuola statale almeno fino ai 16 anni e, semmai, la formazione professionale, appendice avanzata del mondo del lavoro e non già luogo nel quale possa maturare alcun progetto educativo, potrà solo a quel punto intervenire nella preparazione dei giovani, in funzione del loro inserimento nell’attività produttiva.
Abbiamo già illustrato le motivazioni per le quali questa concezione non ci convince: sottovalutazione della cultura del lavoro, mancata considerazione della diversità degli stili cognitivi, approccio palesemente ideologico alle questioni in discussione. Su tutto ciò rimandiamo a quanto abbiamo gà avuto modo di dire.

Qual è allora la novità? Semplicemente che la FLC CGIL ha sentito l’imperioso bisogno di risponderci, con la stizza e la saccenteria che sempre quella sigla riserva a chi si macchia del delitto di ‘lesa CGIL’ (salvo riservare a se stessa un diritto di critica verso le altre posizioni che travalica spesso i limiti del dibattito per sconfinare verso l’improperio o l’insulto).

Ci hanno risposto confermando, anzi no, rivendicando quanto noi già sapevamo e avevamo chiaramente individuato. Dice, difatti, la FLC CGIL ‘la CISL in realtà ci attacca perchè sosteniamo la necessità di un primo biennio unitario della secondaria superiore ai fini dell’assolvimento dell’obbligo di istruzione a 16 anni’. Ebbene sì, da sempre sosteniamo questa proposta e non abbiamo cambiato idea. Quindi, la nostra iniziativa ha sortito un effetto positivo, che è quello di spingere la FLC CGIL ad una chiara esplicitazione della sua posizione, non a beneficio nostro, perchè per noi chiara lo era già, ma a favore dei lavoratori della formazione professionale.

I lavoratori sanno ora quali sono le posizioni in campo. Sanno che c’è chi riconosce loro un ruolo parallelo ma di pari dignità con l’istruzione professionale di Stato e chi no! Sanno che c’è¨ chi lavora per un sistema equilibrato in cui c’è spazio e lavoro per tutti, nella diversità delle mission e delle tradizioni, e chi, pur essendo espressione del mondo del lavoro, pensa che da esso possa venire solo abbrutimento da catena di montaggio! Sanno che c’è chi lavora per tutelare sia la formazione professionale che l’istruzione professionale e chi, invece, ha già fatto una scelta eugenetica! Sanno, ora, che c’è chi porge le orecchie all’ISFOL, che ci ha appena detto quanto sia numericamente notevole il recupero formativo realizzato attraverso i percorsi triennali e quanto siano concrete le prospettive occupazionali per gli studenti che li frequentano, e chi, per non vedere questo dato, si copre gli occhi!

Cari lavoratori: adesso siete correttamente informati. Non avete più scuse neanche voi.

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