Tuttoscuola: Non solo statale

Meglio disoccupati al bar o apprendisti baristi?

Il singolare dilemma nasce dalla critica mossa da Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria del Pd, alle “parole a vanvera sulla dispersione scolastica” pronunciate dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi in occasione della presentazione dei 16 progetti vincitori del bando della Fondazione per il Sud e di Enel Cuore contro la dispersione scolastica, svoltasi a Roma lo scorso 10 febbraio.

In quella occasione Sacconi aveva condannato il “disastro educativo” di un sistema scolastico “che perde molti giovani precocemente e altri li trascina per lunghissimi percorsi senza che alla fine abbiano acquisito competenze apprezzate dal mondo del lavoro”, e aveva difeso la recente riforma dei contratti di apprendistato che consente ai quindicenni di conseguire una qualifica triennale attraverso un’esperienza lavorativa “l’unica che può recuperare un giovane che è uscito dalle aule scolastiche”.

Una soluzione che secondo Puglisi “porterà i ragazzi che trascorrono le loro giornate nei bar invece di andare a scuola, dietro i banconi degli stessi bar a fare caffè come apprendisti”. Per la responsabile scuola del Pd insomma “non si combatte la dispersione mandando i ragazzini a lavorare”. Però, forse per la foga polemica, ci sembra che sbagli l’esempio: perché mai un quindicenne che trascorre le sue giornate al bar invece di andare a scuola dovrebbe essere migliore del suo coetaneo apprendista barista che lo serve dietro il bancone?

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