Scontro in Regione Lombardia sul buono (o ‘dote’) scuola. La Commissione Cultura, Istruzione, Formazione ha infatti deciso di non portare in discussione in Consiglio regionale una petizione firmata da quasi quindicimila mila cittadini lombardi con la richiesta di cancellazione del buono scuola per le famiglie che mandano i figli in scuole paritarie, scatenando così le proteste del M5S e del Pd.
“Impedire un dibattito che chiedono gli elettori oltre che un grave errore politico è uno sfregio alla democrazia. Questi partiti ormai rappresentano solo loro stessi“, ha dichiarato Paola Macchi, portavoce del Movimento 5 Stelle.
Alla beffa però si è aggiunto il danno. Con una delibera approvata a fine gennaio, infatti, l’amministrazione Maroni ha deciso di modificare i criteri di assegnazione della dote scuola, tagliando il contributo per i redditi più bassi a vantaggio dei più alti.
Nel dettaglio, si legge in una nota diffusa dai consiglieri Pd Alessandro Alfieri, Fabio Pizzul e Jacopo Scandella che hanno esaminato a fondo la delibera, le famiglie di studenti delle scuole elementari statali lombarde con redditi bassi (da zero a 14.458 euro di reddito familiare Isee) da quest’anno non avranno più alcuna integrazione al reddito, così si chiama il contributo regionale componente della dote scuola.
Identico trattamento è riservato agli studenti del triennio delle superiori, sempre statali. Secondo il Pd, a fronte del taglio, la Regione ha deciso di aumentare il valore del buono scuola destinato agli studenti delle fasce più alte (fino a 38mila euro Isee) che frequentano scuole medie e superiori paritarie. In questi casi l’aumento è rispettivamente del 45% e dell’85%.
La replica della Lega Nord, partito del presidente Maroni, non si è fatta attendere ”Ancora una volta la sinistra conferma di essere contro le scuole paritarie, una vecchia concezione ideologica e statalista che purtroppo tarda a morire”, ha dichiarato il capogruppo della Lega Nord al Consiglio regionale della Lombardia Massimiliano Romeo.
Romeo ha anche aggiunto che con le decisioni dell’esecutivo regionale ”si è cercato di sostenere gli stessi contributi per le fasce più bisognose ma senza dimenticare il ceto medio, oggi fortemente colpito dalla crisi economica”.
Di ”approccio ideologico” del Pd ha parlato anche il capogruppo di Ncd Mauro Parolini: ”Parlare di favori alle famiglie con redditi più alti è falso e fuori luogo e rischia unicamente di risvegliare un odio di classe che speravamo fosse ormai superato”. Parolini ha inoltre rimarcato le perplessità del suo partito riguardo l’unificazione del criterio Isee per stabilire l’accesso delle famiglie ai contributi regionali, unico punto della delibera sulla scuola invece apprezzato dal Pd.
Il capogruppo ha poi sottolineato la ”curiosa e ingiusta situazione in cui si trovano i genitori che scelgono la scuola paritaria, costretti a pagare ben due volte la scuola: da una parte attraverso le tasse dall’altra con la retta della scuola che liberamente scelgono per i propri figli”.
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