Tuttoscuola: Non solo statale

ITS/2. Sarà la volta buona?

Anche in Italia, per la verità, si è provato ripetutamente a colmare questo vuoto. La prima volta fu nel 1970, ma la Corte dei Conti bocciò l’iniziativa con una motivazione tipicamente burocratica: l’incompetenza del ministero dell’istruzione a rilasciare titoli al di là del diploma di maturità (era previsto il rilascio del diploma di “tecnologo”).

In realtà furono le resistenze di potenti lobbies universitarie, ostili al progetto, a  bloccare quella che sarebbe stata una svolta decisiva per la scuola e l’università italiana.

Vent’anni dopo ci riprovò il ministro Antonio Ruberti con i Diplomi universitari, di durata triennale, che andarono però incontro a un rapido fallimento perché le università si dimostrarono incapaci di gestire percorsi di formazione superiore applicata, troppo distanti dalle loro tradizioni accademiche. E anche perché Ruberti dovette cedere alla pretesa del mondo universitario di porre i trienni in sequenza con le lauree (mentre l’idea giusta sarebbe stata quella di metterli in parallelo).

I corsi IFTS (Istruzione e formazione tecnica superiore), lanciati verso la fine degli anni novanta dal ministro Berlinguer, hanno funzionato in alcune situazioni, ma la complicata e instabile partnership tra scuole, università, enti locali e centri di formazione professionale ne ha impedito il decollo in termini strategici.

Nel  2003 il ministro Moratti costituì a sua volta un gruppo di lavoro con il compito di promuovere, partendo sperimentalmente da una quindicina di sedi, una rete nazionale di 60 istituti superiori, denominati Istituti Sperimentali Superiori di Tecnologia (ISST). Tentativo anch’esso bloccato, a distanza di pochi mesi,  dalla mancanza di certezze finanziarie e giuridiche, oltre che organizzative.

Riusciranno i nuovi e più recenti Istituti tecnici superiori (ITS), anch’essi affidati alla guida di partnership complesse (ma a dominanza aziendale-universitaria), a realizzare quel ‘terzo livello’ di istruzione tecnica applicata auspicato da Passera, parallelo, alternativo e aggiuntivo all’offerta universitaria di lauree tecniche a carattere scientifico-accademico? Per ora ci sono premesse e promesse. Per la verifica servirà qualche anno.

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