Tuttoscuola: Non solo statale

Istituti tecnici superiori, da settembre se ne avviano 58 in tutta Italia

Cinquantotto istituti che da settembre avvieranno percorsi di formazione tecnica post-secondaria paralleli a quelli universitari per la formazione di tecnici specializzati, da avviare al mondo del lavoro. è il nuovo Piano Its, presentato oggi a Roma nella sala conferenze della Camera dei Deputati dal ministro dell’istruzione, università e Maria Stella Gelmini.

All’incontro si è discusso del valore dell’istruzione tecnica e professionale per lo sviluppo del Paese. Mondo della politica, delle imprese e della formazione insieme per analizzare l’importanza della formazione dei giovani e del loro avvio e inserimento nel mondo del lavoro per il rilancio del Made in Italy.

Oggi c’è un gap tra le richieste delle imprese – ha sottolineato la Gelmini – che vogliono tecnici sempre più specializzati e i numeri che le scuola riesce a formare. Noi dobbiamo dare risposte ai giovani, cominciando a parlare di formazione e professionalizzazione adeguata e questo abbiamo fatto anche con la riforma universitaria e stiamo facendo, con questa novità assoluta che presentiamo oggi“.

Se da un lato vanno assecondate le inclinazioni dei ragazzi – ha aggiunto il ministro – dall’altro va fatta un’opera di orientamento sui giovani e le loro famiglie per un cambio di mentalità che restituisca all’istruzione tecnica una reputazione che ne fotografi la sua reale importanza“.

Gli Istituti tecnici superiori – ha spiegato l’inquilino di viale Trastevere – saranno scuole speciali di tecnologia, che formeranno i giovani in diversi settori, come l’efficienza energetica, la meccanica, il trasporto marittimo ed aereo, la moda, i beni e le attività culturali“.

Secondo il ministro dell’Istruzione il dato che fotografa un calo dell’iscrizione all’università non è astrattamente valutabile perché se legato a una minore iscrizione ad alcune facoltà che sfornano disoccupati non è un dato per forza negativo. “So che questa non è una tesi popolare – ha aggiunto – ma la realtà è questa. Noi cercheremo, anche in un momento di crisi come quello attuale, di trovare fondi per finanziare l’orientamento dei giovani, che è un aspetto fondamentale“.

Da un punto i vista giuridico – ha spiegato il Ministro – gli Its saranno fondazioni di partecipazione per poter integrare fondi pubblici e privati“. Fondazioni costituite da scuole, università e imprese. Alla loro nascita hanno contribuito 16 regioni, 110 istituti tecnici e professionali, 200 imprese, 67 tra Università e centri di ricerca e 87 strutture di alta formazione ed altri soggetti pubblici o privati, come le camere di commercio.

E’ una risposta forte al tema della disoccupazione – ha sottolineato la Gelmini – che oggi viene affrontato spesso con troppa rassegnazione, come se fosse un fatto ineluttabile. Questo è il primo di una serie di incontri che andrannofatti con il mondo delle imprese, soprattutto a livello regionale, per adeguare le scelte degli istituti tecnici superiori alle esigenze delle imprese del territorio“.

Si tratta di una risposta concreta – ha dichiarato Valentina Aprea, presidente della commissione cultura, scienza e istruzione – ai problemi dei giovani, come l’accesso tardivo al mondo del lavoro e l’inefficacia del sistema scolastico che spesso non garantisce mobilità sociale. Bisogna puntare all’eccellenza ed alternare sempre di più teoria e pratica per favorire uno stretto legame tra scuola e lavoro. La scuola non può più insegnare prescindendo dalle esigenze delle imprese, è dunque inutile reiterare offerte formative inutili all’inserimento nel mondo del lavoro“.

Dopo il ’68 si fecero uscire i privati dai consigli di amministrazione degli Istituti tecnici – ha commentato Gianfelice Rocca, vicepresidente di Confindustria per l’Education – oggi si è finalmente capita l’importanza di uno stretto collegamento tra scuola e imprese. E’ un delitto verso la nostra società continuare ad assistere alla formazione di un gap tra giovani e mondo del lavoro“.

Le imprese – ha continuato – non trovano sul mercato i tecnici di cui hanno bisogno e nel modello di sviluppo italiano, basato su un sistema industriale medium e high Tech, queste figure hanno un ruolo chiave per la continuità della nostra economia. Confindustria ha messo in campo proposte concrete per valorizzare l’istruzione tecnica e rafforzare il legame scuola-imprese in tutte le regioni: dal semplificare e rendere più efficace il contratto di apprendistato al diffondere le reti scuole-imprese in tutte le regioni“.

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