Tuttoscuola: Non solo statale

Il nodo della formazione professionale

C’è però da risolvere il problema della competenza legislativa in materia: le Regioni, comprese quelle governate dal centro-destra, la rivendicano con decisione, e non sembrano disposte ad accogliere il modello proposto dalla commissione Bertagna (quattro tipologie di percorsi, compreso l’apprendistato) senza averne discusso in modo approfondito ed autonomo in sede di Conferenza delle stesse Regioni.
La questione è delicata, perché senza un quadro di riferimento nazionale le qualifiche e i titoli rilasciati dalla formazione professionale avrebbero un riconoscimento soltanto a livello regionale. Ma se questa fosse la prospettiva, l’operazione di trasferimento nel canale della formazione professionale degli attuali Istituti professionali e di buona parte dei tecnici, ventilata dal modello Bertagna, dovrebbe essere radicalmente rivista nel senso di conservare tali indirizzi all’interno dell’istruzione scolastica: la Confindustria lo ha già chiesto, e i sindacati hanno già sollevato il problema dello stato giuridico degli insegnanti, che dovrebbe in ogni caso restare lo stesso per tutti, anche in caso di istituzione del “secondo canale”. Il problema riguarda una massa imponente di studenti, oltre il 60% delle popolazione scolastica della scuola secondaria (il 38% è negli istituti tecnici e il 23% in quelli professionali). Studenti che pur potendo scegliere la formazione professionale regionale dopo la scuola media, non lo hanno fatto. Il “secondo canale”, se nascerà, dovrà perciò essere qualcosa di radicalmente diverso dall’attuale sistema regionale: dovrà avere ordinamenti e standard nazionali, esami e titoli riconosciuti a livello nazionale ed europeo, personale con contratto nazionale ecc.
Ma le Regioni accetteranno di sottostare ai vincoli che tutto ciò comporta?

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