Il ministro del Welfare Sacconi ha dato indicazioni chiare: “Dobbiamo investire nelle competenze e non limitarci a sostenere il reddito. Bisogna promuovere la formazione in azienda, per compiti e competenze in situazioni lavorative. E’ importante avere una certificazione di mestiere, anche per quelli ad alta specializzazione, attraverso associazioni di categoria”. Al convegno del 2 dicembre promosso ad Ancona dalla Confsal e dallo Snals-Marche, l’assessore regionale all’Istruzione, formazione e Lavoro Marco Luchetti, che ha incassato l’apprezzamento del ministro per avere le tre deleghe, scelta che favorisce l’integrazione delle politiche, ha, a sua volta, riconosciuto a Sacconi di aver coinvolto direttamente le Regioni in materia di lavoro e apprendistato, in coerenza con il Titolo V della Costituzione, mentre ha lamentato che così non è avvenuto nell’istruzione.

La crisi ha messo in luce non solo il problema dell’incontro tra domanda di profili professionali e competenze disponibili, denunciato dai rappresentanti di Confindustria e CNA. “La vera questione è di creare competenze culturali, lavorative e professionali per i nuovi lavori e per le moderne professioni”, ha sottolineato Marco Paolo Nigi, Segretario della Confsal. “Per questo la scuola deve diventare una priorità nazionale per rimettere in moto la mobilità sociale, per sviluppare la formazione continua, per investire sulle competenze e per educare a comportamenti responsabili nella vita e nei luoghi di lavoro. Ma alla scuola servono condizioni serie: bisogna coprire i posti che sono ancora vacanti anche dopo la riduzione degli organici, eliminare il precariato, aprire prospettive ai giovani laureati”.

Al Convegno sono state poste molte questioni, ma anche l’indicazione di un metodo: occorrono unità d’intenti e integrazione di responsabilità tra istituzioni, parti sociali e mondo dell’istruzione e della formazione partendo dal territorio e dalle comunità locali, come ha rilevato Paola Martano dello Snals-Marche.