Tuttoscuola: Non solo statale

Gli IFTS ripartono da 80 milioni di euro

Stiamo compiendo importanti sforzi per dare maggiore stabilità sul territorio, qualità e visibilità al sistema degli IFTS“. Lo ha detto il sottosegretario del MIUR Maria Grazia Siliquini nel suo intervento, pronunciato a conclusione dei lavori del seminario su “Istruzione e Formazione Tecnica Superiore 2004-2006. Poli formativi e reti territoriali“, svoltosi il 19 gennaio nella sede del CNEL con larga partecipazione di pubblico e di addetti ai lavori, tra i quali quasi tutti i direttori generali degli Uffici scolastici regionali.

Il sottosegretario ha quantificato in 80 milioni di euro (43 dal MIUR, 37 dal CIPE per il Mezzogiorno) l’impegno finanziario che a partire dall’anno 2004, e per tutto il triennio 2004-2006, assicurerà l’ulteriore sviluppo degli IFTS: un modello formativo di successo, che ha finora coinvolto 40.000 giovani in oltre 2000 corsi, con buoni risultati per quanto riguarda gli inserimenti nel mondo del lavoro.

Il direttore generale del MIUR Maria Grazia Nardiello ha illustrato le caratteristiche salienti del piano triennale, le cui Linee guida, approvate dalla Conferenza unificata Stato-Regioni, mettono l’accento sull’obiettivo di consolidare e stabilizzare il modello IFTS attraverso la capacità programmatoria delle Regioni. Queste sono impegnate ad operare su base pluriennale e per progetti pilota come i poli di eccellenza e i poli settoriali multiregionali, già operativi in Piemonte (collegato con la Sardegna), in Lombardia e in alcuni settori come quello calzaturiero.

Perché il modello IFTS possa definitivamente affermarsi come una valida e stabile alternativa ai percorsi universitari sul versante della formazione superiore applicata, risulterà tuttavia decisivo il buon funzionamento delle partnership tra scuole, università, centri di formazione e aziende innovative, un più stretto collegamento con il mondo della ricerca, e il sostegno delle Parti sociali, che finora non è mancato.

Ma molto dipenderà anche dalla disponibilità delle Regioni a favorire la istituzionalizzazione del modello IFTS, che per consolidarsi davvero sul piano strategico dovrebbe essere messo al riparo dalle fluttuazioni dei mercati del lavoro locali, e da quelle dei rapporti politici tra le Regioni e all’interno di esse. In questo senso il triennio 2004-2006 costituirà un vero e proprio banco di prova.

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