Tuttoscuola: Non solo statale

Giochi pericolosi sui licei tecnologici

Istituti tecnici industriali e per geometri alle Regioni? Questa sarebbe la proposta, raccolta da qualche organo di stampa, che la Lega si appresterebbe ad avanzare in forma di correzione della riforma Moratti.

In realtà non ci sarebbe alcun bisogno di emendare la legge n. 53. Basterebbe interpretarla, in sede di emanazione dei decreti legislativi di attuazione, nel senso della costruzione di un robusto e articolato canale tecnico-professionale, parallelo a quello liceale, e di pari dignità e consistenza rispetto a quest’ultimo.
Per realizzarlo, occorrerebbe però prevedere, sul versante dei licei, un solo liceo tecnologico e un solo liceo economico, e su quello professionale, invece, una articolata gamma di percorsi tecnico-professionali comprendente anche tipologie di percorso nelle quali possa confluire la domanda sociale che si rivolge agli attuali ITIS e istituti per geometri. Tesi, quest’ultima, sostenuta da Giuseppe Bertagna, principale ispiratore della riforma, dall’UDC e da Forza Italia, ma contrastata da Confindustria, sembra per ragioni di diffidenza verso le capacità gestionali delle Regioni, e anche da una parte di AN.

Singolari convergenze, e divergenze, si stanno dunque delineando in seno alla maggioranza di governo su questo snodo fondamentale della politica scolastica, che peraltro suscita una dialettica anche in seno all’opposizione. Non manca infatti chi guarda con interesse alla prospettiva di rilanciare in grande stile, e “da sinistra“, la formazione tecnico-professionale, da sempre la più vicina alla sensibilità e alla cultura di grandi masse popolari. Sempre che ne sia davvero affermata e dimostrata la “pari dignità” rispetto al sistema dei licei.

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