Una ricerca coordinata dal prof. Vittorio Pieroni dell’Università Salesiana di Roma, e promossa dal CNOS-Fap presso i 46 centri Cpf, ha consentito di raccogliere informazioni interessanti intorno ad alcuni aspetti dell’istruzione e formazione professionale, che la riforma del Titolo V ha attribuito alla competenza legislativa esclusiva delle Regioni.

La sintesi parziale dei dati raccolti sugli sbocchi occupazionali degli oltre 2600 allievi che nel 2010 hanno conseguito una qualifica nei percorsi biennali, triennali e quadriennali di istruzione e formazione professionale, organizzati dai Cpf, documentano un impatto positivo per il primo inserimento nel mondo del lavoro.

Interessanti le indicazioni fornite dagli studenti intervistati rispetto alla propria situazione occupazionale. Il 34,5% ha trovato un’occupazione nei settori auto, industria ed altri, il 32,8% ha scelto di proseguire gli studi, il 21,3% è inattivo.

A livello territoriale l’area del Paese che offre maggiore occupazione è quella del Nord. L’area più critica si conferma il Sud. La percentuale più elevata di impiego si riscontra in Piemonte. E’ interessante sottolineare il rapporto tra qualificati-occupati all’interno di ciascun settore.

Per il settore meccanico auto il 49,5% ha conseguito un lavoro coerente con la qualifica conseguita, mentre per il settore elettro/elettronico il dato si attesta intorno al 20%.

I dati “confermano – ha dichiarato a Tuttoscuola Don Mario Tonini, presidente del Cnos/Fap – la capacità dei percorsi di istruzione e formazione di funzionare come canale professionalmente valido sia per gli studenti che, consapevolmente, concluso positivamente il primo ciclo scolastico, chiedono l’iscrizione ad un percorso di istruzione e formazione professionale, sia per coloro che per raggiunti limiti di età hanno assolto l’obbligo d’istruzione. Di sicuro – aggiunge Tonini – questo cantiere di formazione è uno dei percorsi possibili per consegnare ai giovani un mestiere qualificato”.