L’emendamento collegato alla Finanziaria, approvato dalla commissione Lavoro della Camera, che prevede che l’apprendistato possa valere come assolvimento dell’obbligo di istruzione riceve oggi anche le critiche del sindacato (oltre a quelle, riportate in un altro articolo, del Pd).

Per il segretario della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, si tratta “dell’ultimo atto dello smantellamento di un vero obbligo scolastico“. Il leader del sindacato di via Leopoldo Serra, nell’affermare la decisa contrarietà della propria organizzazione all’emendamento, commenta che l’emendamento “significa mettere in discussione l’essenza stessa dell’obbligo scolastico che va assolto nei percorsi di istruzione e formazione, e non attraverso l’apprendistato che nella maggior parte dei casi si traduce in un lavoro vero e proprio dove di apprendimento c’è ben poco“.

Anche per il segretario confederale della Cisl, Giorgio Santini, l’emendamento “approvato dalla commissione Lavoro in modo frettoloso e senza nessuna consultazione delle parti sociali“, deve essere “corretto prima dell’approvazione in aula del ddl Lavoro prevista per la prossima settimana“. In particolare, spiega Santini, “va attentamente valutato il rischio di un conflitto tra norme, stante la vigente legge 296/06 che fissa l’obbligo di istruzione a 16 anni, che porterebbe alla paralisi operativa“.

Piuttosto “la Cisl, condividendo pienamente l’obiettivo di rilanciare l’apprendistato per aiutare concretamente l’occupazione dei giovani – continua il dirigente sindacale – chiede alla Camera di collegare l’apprendistato ai percorsi di istruzione e formazione professionale nei quali, come previsto dalla legislazione vigente, già si assolve l’obbligo di istruzione“.

Questi percorsi, conclude Santini, “si sono rivelati particolarmente efficaci per dare qualifiche professionali pienamente spendibili nel mercato del lavoro e per contrastare la dispersione scolastica, come dimostra l’esperienza di lunga data in molte realtà regionali“.