Tuttoscuola: Non solo statale

Diritto allo studio versus buoni scuola/1: fallito il referendum in Liguria

In Liguria si assegneranno ancora i buoni scuola alle famiglie. Non ha raggiunto il quorum, infatti, il referendum abrogativo della legge regionale che li ha istituiti (approvata dalla giunta di centrodestra nel 2002), promosso da forze politiche e sindacali di sinistra, e svoltosi il 27 aprile. E’ andato a votare infatti solo il 24% degli aventi diritto. Un risultato non dissimile si era registrato in Veneto nell’ottobre scorso per un altro referendum abrogativo di una legge regionale sui buoni scuola (votò solo il 21% degli elettori).
Nel 2002 i 3.040 buoni scuola erogati dalla regione Liguria sono stati assegnati tutti a famiglie di studenti iscritti alle scuole private paritarie: da 300 a 1.000 euro per rimborsare fino al 50% delle spese di iscrizione e frequenza. Ciò è accaduto perché la legge regionale ligure ha stabilito una franchigia di 300 euro: una somma troppo elevata per gli allievi delle scuole statali, ma nettamente inferiore alle rette richieste dalle scuole non statali.
La Cgil Scuola ligure e altre organizzazioni hanno annunciato l’intenzione di promuovere altri referendum in tutte le regioni che hanno approvato leggi che escludono di fatto gli allievi delle scuole statali: viene denunciata l’incostituzionalità di norme che aggirano il divieto di finanziare le scuole private (“senza oneri per lo Stato”) sancito dall’art. 33 della Costituzione. Viceversa non vengono mosse obiezioni alle regioni, come l’Emilia-Romagna, che non fanno distinzioni tra allievi di scuole statali e non, poiché collegano le sovvenzioni alla condizione economica della famiglia.
Bisognerà vedere se ora questo secondo insuccesso – intorno al quale non sono mancate le polemiche, sia per la collocazione del voto in un periodo di ponti festivi, sia per il deciso invito all’astensione da parte dell’arcivescovo di Genova Tarcisio Bertone – condizionerà le prossime iniziative referendarie sui buoni scuola.

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