E sono quattro: dopo i tre regolamenti ritirati dal ministro Moratti dalla Corte dei Conti dove giacevano in attesa di giudizio, è la volta ora dell’impugnativa presso la Corte costituzionale con la quale il precedente Governo dell’Ulivo aveva “congelato” la legge sui buoni-scuola della Regione Lombardia. Il ritiro dell’impugnativa dà implicitamente il via libera al “buono lumbard”.
Almeno 80 miliardi saranno a breve assegnati sotto forma di buoni-scuola a migliaia di studenti lombardi che ne avevano fatto richiesta per l’anno scolastico 2000-2001. Il limite di reddito per componente della famiglia è piuttosto elevato (60 milioni all’anno pro capite) e consente praticamente un accesso generalizzato. Il contributo massimo per studente può essere pari a due milioni all’anno.
Dei quasi 66 mila studenti richiedenti, circa 8.500 frequentano scuole pubbliche (circa il 13 per cento delle richieste). Il che ha fatto affermare al presidente della Regione Formigoni che il buono non è finalizzato a sostenere la scuola privata. Di tutt’altro avviso diversi rappresentanti dell’Ulivo e del mondo sindacale: per la Cgil-scuola il segretario Panini ha parlato di “furore iconoclasta” per favorire la privata, per l’Uil-scuola il segretario Di Menna, a proposito di finanziamento alle private, ha paventato il disastro per l’intero sistema di istruzione.
Pubblico e privato nella formazione è certamente destinato a diventare uno degli argomenti più caldi nell’annunciato scontro parlamentare tra maggioranza e opposizione in vista del prossimo avvio dell’anno scolastico.
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