Introducendo la tavola rotonda, alla quale oltre a Luigi Berlinguer hanno preso parte le on. Goisis (Lega) e De Pasquale (PD), e il prof. Lanfranco Senn (Università Bocconi), il direttore di Tuttoscuola Giovanni Vinciguerra ha suggerito che anziché riaprire in termini tradizionali la storica querelle tra sostenitori e critici del finanziamento delle scuole paritarie, si avvii una riflessione sulla valutazione della qualità di tutta l’offerta formativa e sugli interventi (incentivi, premi, piani di formazione) a sostegno del miglioramento di tutta l’offerta, statale e paritaria.

Per andare in questa direzione occorrerebbe in primo luogo definire con chiarezza i risultati attesi ai vari livelli di scuola utilizzando standard nazionali riferiti alle prestazioni degli studenti, almeno nelle principali discipline, e liberalizzare l’organizzazione scolastica e la didattica, dando piena attuazione al DPR 275/1999 (Regolamento dell’autonomia).

Il secondo passo sarebbe quello di attivare sistemi integrati di valutazione esterna, di autovalutazione di istituto e di peer evaluation tra capi di istituto di tutte le scuole del sistema pubblico che aiutino le singole istituzioni scolastiche a migliorare i loro risultati, misurati sempre con riferimento alle prestazioni degli studenti.

Si potrebbero prevedere a quel punto consistenti riconoscimenti economici per le scuole statali e paritarie che in un arco determinato di tempo (per esempio due o tre anni) realizzano i migliori differenziali di risultato, privilegiando quelle che operano nelle zone a maggior rischio educativo.

Non si vede perché questi interventi e il sostegno, anche finanziario, al miglioramento della qualità e del grado di equità del nostro sistema educativo non dovrebbero essere estesi a tutte le scuole, comprese quelle paritarie, contribuendo così a declinare al futuro, anziché al passato, i termini di una nuova e più moderna interpretazione della normativa costituzionale in materia.