Tuttoscuola: Non solo statale

Congresso AGeSC/2. Berlinguer, ti voglio bene

L’applauso più sonoro i congressisti dell’AGeSC lo hanno rivolto all’ex ministro Berlinguer.

Nella memoria storica dei genitori delle scuole cattoliche Luigi Berlinguer – quel “vecchio comunista”, come lui stesso si è definito – ha il merito incancellabile di aver introdotto, con la legge 62/2000 sulla parità, il riconoscimento del carattere pubblico del servizio reso dalle scuole paritarie: una svolta epocale, che nessuno dei governi della “prima Repubblica”, dominati dalla DC, era stato in grado di assicurare.

Gratitudine, dunque. Ma anche apprezzamento per le argomentazioni portate dall’ex ministro a sostegno dell’autonomia delle scuole, di quelle statali come di quelle paritarie, da valorizzare tutte egualmente in un’ottica accentuatamente postburocratica (“basterebbe il 10% dell’attuale apparato burocratico“), e a favore di un ripensamento di tutta l’offerta formativa a partire dalle esigenze degli alunni, al di là dei modelli organizzativi.

L’autonomia delle scuole, costituzionalmente riconosciuta dal 2001, fa diventare meno rilevante la questione di chi le gestisce (lo Stato o altre formazioni sociali), e decisivo, invece, il problema di come esse sono gestite, la qualità dell’offerta formativa delle singole istituzioni. Berlinguer non lo ha detto esplicitamente, ma la platea ha colto nel suo ragionamento i presupposti per il superamento in radice degli ostacoli che si sono finora frapposti al finanziamento delle scuole paritarie. Per questo Berlinguer (Luigi, non l’Enrico del film di Benigni…) è sembrato il più amato dai congressisti dell’AGeSC.

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