Tuttoscuola: Non solo statale

Buono scuola: anche in Liguria referendum ko

Il referendum per l’abrogazione dei buoni scuola in Liguria e’ stato messo al tappeto. Non si è raggiunto il quorum e ha votato solo un elettore su quattro (il 24,47 per cento degli aventi diritto). Come in Veneto, insomma, il referendum è finito ko. Naturalmente tra i pochi che sono andati a votare ha prevalso in modo schiacciante il sì (94,28%) all’abrogazione della legge voluta dalla Casa delle Libertà. I no sono il 5,72%.

“Sono soddisfatto perchè, non andando a votare, i cittadini hanno confermato l’inutilità e l’irrazionalità di questo referendum sui buoni scuola”, ha dichiarato l’arcivescovo di Genova Tarcisio Bertone, che era sceso in campo durante la campagna elettorale invitando i cittadini a non andare a votare. “Gli elettori – ha aggiunto – hanno anche confermato molte delle manipolazioni della verità compiute dai fautori del referendum, in particolare sulla distribuzione alle famiglie più povere. Sui manifesti si diceva che i fondi sono andati alle famiglie più ricche”.

Secondo Bertone, “ormai deve essere acquisita, e lo è, la convinzione della libertà di scelta della scuola pubblica o paritaria”. L’ arcivescovo si dispiace “dei soldi sprecati per l’organizzazione del referendum”, ma ritiene che non sarebbe stato possibile, come invece avevano chiesto i promotori, che la consultazione venisse abbinata a quella sull’art.18 consentendo così un risparmio di risorse. “L’ art. 18 è materia molto complessa, non era possibile l’abbinamento” afferma l’ arcivescovo di Genova il quale preannuncia che sull’estensione dell’art. 18 a tutti i lavoratori, su cui gli italiani dovranno esprimersi, la curia genovese non darà indicazioni ai fedeli.

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