Buoni scuola, pregi e virtù. Il modello scelto dalla Regione Sicilia è un buon caso di studio.
La Regione, infatti dopo aver varato un’apposita legge l’anno scorso, ha regolamentato in questi giorni le modalità di erogazione del bonus per questo anno scolastico.
Conti alla mano, per aiutare gli studenti bisognosi già erogava annualmente quasi 30 miliardi di vecchie lire.
Ora prevede l’erogazione di circa altri 114 miliardi di lire (59 milioni di euro) all’anno, come bonus per il diritto allo studio a favore di circa 912 mila studenti dalla materna agli istituti superiori.
Due aspetti positivi nell’iniziativa: il bonus è previsto per studenti delle scuole statali (860 mila circa) e delle scuole paritarie (71 mila); inoltre il beneficio è rapportato al reddito familiare.
Nella migliore delle ipotesi il bonus sarà di 1.500 euro per ciascun studente, cioè quasi 3 milioni di vecchie lire.
Quella dei bonus appare come una via molto semplice per favorire il diritto allo studio degli studenti.
Ma ve ne potrebbero essere altre: in Sicilia il 58% degli edifici scolastici è ancora privo del certificato di agibilità statica, il 54% di quello di agibilità igienico-sanitaria e il 72% del certificato di prevenzione incendi.
In Sicilia la dispersione scolastica (evasione dell’obbligo scolastico, frequenza saltuaria o insuccesso) è, insieme alla Campania, fra le più alte d’Italia.
Dopo il Molise, è la regione con il tasso più basso (3,1%) di alunni che possono avvalersi nella scuola elementare a tempo pieno, quando la media nazionale è superiore al 23%.
Con un assegno assistenziale di 3 milioni di vecchie lire si fanno contente migliaia di famiglie, ma si fanno veri passi avanti anche sulla strada del sostegno effettivo al diritto allo studio?
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