Tuttoscuola: Non solo statale

Apprendistato/2: preoccupa la ‘palude’ delle linee guida del Miur

L’obiettivo è rendere la riforma operativa prima del 25 aprile con una specifica intesa collettiva con le parti sociali, con la quale si stabiliranno le regole, i criteri e le modalità con cui svolgere la formazione nei confronti degli apprendisti assunti con il contratto professionalizzante.

Ma un punto del Decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5 concernente le “disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo” desta qualche apprensione tra le Regioni. Il provvedimento, approvato alla Camera e attualmente all’esame del Senato, prevede, infatti, l’emanazione, con decreto del MIUR, di linee guida mirate, tra l’altro, a “promuovere la realizzazione di percorsi in apprendistato, ai sensi dell’art. 3 del testo unico di cui al decreto legislativo 14 settembre 2011, n. 167, anche per il rientro in formazione dei giovani”.

Forse, con tutte le attenzioni, per assicurare o meglio garantire un futuro alla riforma dell’apprendistato, sarebbe il caso di rimuovere o modificare la previsione inserita nel decreto sviluppo che, se non opportunamente concertata con le Regioni e le amministrazioni statali coinvolte, rischierebbe di interferire negativamente con il rinnovato quadro di riferimento normativo in materia.

La preoccupazione è generata da uno scenario in cui il Miur ha finora considerato con scarsa convinzione la necessità di trasformare in percorsi attuativi concreti la previsione di decentramento istituzionale che attribuisce alle Regioni livelli più alti di competenze e responsabilità in tema di istruzione e formazione professionale.

Forse è il momento che il Miur superi l’attendismo e la rinuncia a far coincidere il quadro istituzionale e costituzionale vigente con la realtà organizzativa del nostro sistema educativo per dare o meglio per “darsi” un futuro migliore.

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