Il testo sull’apprendistato in discussione si propone uno snellimento della produzione normativa, anche se si registra l’assenza di un quadro di principi che ne orienti l’elaborazione.

Il mondo delle imprese, che non vuole aiuti ma riforme, giudica positivamente il Testo unico sull’apprendistato che fa chiarezza – sottolinea Alberto Meomartini, presidente di Assolombarda –“sul ruolo assegnato alle imprese nella messa a punto dei percorsi di formazione . Ora la sfida sarà mettere in pratica le regole, evitando sovrapposizioni fra i tanti attori coinvolti”. Di fronte ad un sistema di piccole e piccolissime imprese, che in quanto tale non può garantire una formazione esplicita e di qualità, occorrerebbe valutare la possibilità dell’alternanza formativa che consentirebbe di responsabilizzare le istituzioni scolastiche e formative in un percorso svolto in parte significativa in impresa ma garantendo un reale accompagnamento progettuale, didattico, valutativo e certificativo.

I sindacati Cgil e Cisl non pongono questioni pregiudiziali e riconoscono che il contratto formativo di accesso è un obiettivo di grande rilievo, che deve essere incentivato anche se necessita di modifiche ed integrazioni. La Uil auspica “ una sana cooperazione istituzionale tra Stato e Regioni, unitamente al forte ruolo della contrattazione”.

Anche tra le Regioni il confronto sull’apprendistato è entrato nel vivo nella riunione del 25 maggio della IX Commissione degli Assessori Regionali, presieduta dal Coordinatore Gianfranco Simoncini della Regione Toscana, i cui esiti saranno oggetto in prima battuta di confronto tecnico con i vertici amministrativi del ministero del lavoro.

Uno degli elementi di maggiore criticità del nuovo quadro normativo che si propone è rappresentato proprio dalla possibile invasione del campo di competenza delle Regioni, in particolar modo per l’apprendistato professionalizzante che viene quasi integralmente  definito dalle parti sociali.