Tuttoscuola: Non solo statale

Apprendistato: canale di accesso anche per l’impiego pubblico?

La riforma del lavoro punta decisamente sull’apprendistato come canale strategico di accesso della fascia dei giovani 15-29 anni nel mondo del lavoro. In prospettiva l’apprendistato professionalizzante e quello di alta formazione e ricerca potrebbero diventare il contratto d’ingresso nella pubblica amministrazione per il reclutamento di giovani tra i 18 e 29 anni.

Il 15 marzo scorso è stato sottoscritto in sede di Conferenza Stato-Regioni l’accordo per la regolamentazione dei profili formativi concernenti l’apprendistato per la qualifica ed il diploma professionale. Passaggio importante per il completamento del nuovo quadro delle regole entro il prossimo 25 aprile, termine di scadenza del periodo transitorio di vigenza della vecchia normativa.

La nuova disciplina dell’apprendistato enfatizza, particolarmente per l’apprendistato professionalizzante e di alta formazione, i contenuti formativi per dotare tutti i lavoratori di una professionalità certa, riconosciuta, spendibile su tutto il territorio europeo. Nell’apprendistato professionalizzante l’offerta formativa finalizzata all’acquisizione di competenze di base e trasversali, e non più tecnico-professionali, ha un’estensione non superiore a 120 ore nel triennio. Una formazione obbligatoria, ragionevole e fattibile per le Regioni, alle quali spetta il compito di organizzare le attività, può favorire il rafforzamento del collegamento formazione e mercato del lavoro, e la realizzazione di condizioni funzionali ed organizzative facilitanti l’inserimento nei processi produttivi.

Siamo, comunque, sempre di fronte ad un percorso impegnativo da affrontare con tempestività per scongiurare il rischio, sempre presente nei processi di innovazione, di generare con l’annuncio di misure poi non concretizzate, incertezza e diffidenza nell’opinione pubblica.

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