Tuttoscuola: Non solo statale

Alternanza e apprendistato. Occorre chiarezza

Due sono le leve principali sulle quali il governo intende agire per avvicinare sempre di più il mondo della scuola a quella del lavoro. Lo ha affermato il ministro dell’istruzione Stefania Giannini,  secondo quanto riferisce l’agenzia AGI, a margine di un incontro su questi temi col presidente di Confindustria Giorgio Squinzi.

La prima è l’alternanza scuola-lavoro “perché veniamo da una cultura sequenziale dove prima si studia e poi si lavora, e questo lo paghiamo nella difficoltà del rapporto tra formazione e job placement“, la seconda è il contratto di apprendistato.

Sull’alternanza scuola-lavoro il ministro fa probabilmente riferimento alle esperienze in corso da tempo, rafforzate in questi ultimi anni soprattutto per quanto riguarda l’istruzione tecnica e professionale, che si sono sviluppate però sempre come diverse modalità didattiche, non come esperienze di lavoro.    

Ma parlando della ‘seconda leva’, quella dell’apprendistato, il ministro sembra riferirsi a  un vero e proprio contratto di lavoro da innestare dentro il percorso di studio. Ecco le sue parole, riportate dalla citata agenzia: “Il contratto di apprendistato può essere anticipato prima della fine del percorso scolastico e del conseguimento del diploma e anche questo vuol dire che i ragazzi capiscono cosa significa come si lavora prima di finire gli studi”.

Questa sarebbe una novità di notevole rilievo, che avvicinerebbe molto il sistema formativo italiano a quello tedesco, ma si porrebbe a nostro avviso ial di fuori degli attuali percorsi scolastici, richiedendo appositi strumenti normativi e di dialogo sociale, come avviene in Germania. 

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